venerdì 30 dicembre 2011

RELAZIONE DI BEN 62 PAGG. SUI REPERTI IN MOSTRA A CURA DELLA SOCIETA' MILAZZESE DI STORIA PATRIA

«Vengono qui presentati i materiali della discarica settentrionale del Castello, materiali raccolti agli inizi degli anni ’90 dai membri della Società Milazzese di Storia Patria, che seguivano gli interventi effettuati dal Comune ed il dilavamento dei riempimenti sottostanti il castello raccogliendo quanto
man mano appariva in superficie dopo le piogge tanto da realizzare un’esposizione dei ritrovamenti in alcuni ambienti del Duomo vecchio a Milazzo» (S. Fiorilla).

Una lunga relazione, pubblicata nelle pagine della rivista "Archivio Storico Messinese", esamina dettagliatamente alcuni dei reperti individuati dai soci della Società Milazzese di Storia Patria - guidati dall'infaticabile Carmelo Fulco - ed oggi in mostra nella Sacrestia dell'antico Duomo di Milazzo, primo nucleo dell'auspicato museo della città murata. La relazione è consultabile integralmente al seguente link:
http://www.societamessinesedistoriapatria.it/archivio/91_92/fiorilla.pdf

«Ricordo con affetto il prof. Giacomo Scibona che mi persuase ad affrontare questo studio offrendomi l’opportunità di ampliare le mie conoscenze all’area nordorientale della Sicilia. Sono grata al Sig. Carmelo Fulco della Società Milazzese di Storia Patria che è stato prodigo di informazioni e di dati sui ritrovamenti e il castello.
Oggi lo studio viene pubblicato grazie alla disponibilità della dr. Gabriella Tigano e del prof. Federico Martino ai quali sono grata. Viene temporaneamente rimandata la parte dello studio dei rinvenimenti di epoca antica che era curata da Giacomo Scibona» (S. Fiorilla).

I RECENTI SCAVI NELLA RELAZIONE DELL'ARCHEOLOGA TIGANO

E' stato recentemente pubblicato sulla storica rivista della Società Messinese di Storia Patria il primo rapporto della Sovrintendenza di Messina (sezione archeologica) sulla campagna di scavi condotta entro la città murata:
http://www.societamessinesedistoriapatria.it/archivio/91_92/tigano.pdf

L'AGGIORNAMENTO DEL SINDACO (16 DICEMBRE 2011)

http://www.youtube.com/watch?v=ngXVvVQPmTg&list=UU5nrBnfekvIT-nK727SjkWw&index=1&feature=plcp

venerdì 18 novembre 2011

FINALMENTE LE RINGHIERE DI PROTEZIONE!

Interrotti da qualche giorno i lavori al Castello, dove si stanno realizzando la rampa d’accesso al grande salone con camino del Mastio, la manutenzione dell’impianto d’illuminazione artistica e la messa in sicurezza dei percorsi esistenti sulla cinta spagnola.

L’assenza di sicurezza sulle alte muraglie esterne del complesso fortificato aveva infatti suscitato le dure critiche di studiosi ed associazioni culturali, che nel maggio 2010, durante la precoce e contestata cerimonia d’inaugurazione del maniero, avevano temuto per l’incolumità dei numerosi visitatori, lasciati scorrazzare liberamente senza guide e limitazioni d’accesso in un percorso altamente pericoloso.

Adesso, per ovviare a questa problematica, l’impresa appaltatrice sta finalmente dotando i percorsi di opportune ringhiere di protezione, anche se ancora c’è tanto da fare: mancano infatti le chiusure alle circa cinquanta caditoie – un tempo adibite alla difesa piombante – poste sulle alture della cinta spagnola, vere e proprie trappole soprattutto per i più piccoli, che potrebbero finirvi dentro.

E’ auspicabile dunque che, alla ripresa dei lavori, si ponga prontamente rimedio a quest’altro inconveniente. E’ auspicabile, altresì, che vengano estirpati, approfittando della presenza dell’impresa in cantiere, i numerosi cespugli di vegetazione spontanea che continuano a deturpare le mura esterne dell’antico maniero, nonostante l’opera di diserbamento eseguita durante i recenti lavori di manutenzione.

lunedì 24 ottobre 2011

UN AUTOREVOLE NO AL NUOVO TEATRO ALL'APERTO

Continua a suscitare notevoli perplessità il comportamento ostinato dell’Amministrazione Comunale di Milazzo, che persiste nel voler impiantare un nuovo teatro all’aperto entro le antichissime mura del Castello di Milazzo. A manifestare il suo no deciso ed autorevole questa volta è stato il dottor Franco Chillemi, procuratore generale presso la Corte d’Appello di Catania, nonché profondo cultore di memorie patrie ed autore di diverse pubblicazioni storiche sulla città di Milazzo. L’ultima in ordine di tempo, quella intitolata «Milazzo - guida alla città perduta» (Ciofalo ed., Messina 2011) presentata proprio ieri a Palazzo D’Amico in occasione dell’apertura del nuovo biennio sociale della FIDAPA milazzese, il sodalizio presieduto da Graziella Cuzzupè.

Il secco ed energico no di Franco Chillemi rafforza dunque la tesi di quanti sino ad oggi in città hanno manifestato la propria contrarietà ad un’opera balzana, la quale non farebbe altro che assorbire un terzo o addirittura la metà dell’intero finanziamento di oltre otto milioni di euro richiesto dalla stessa Amministrazione Comunale, distraendo così somme necessarie invece per eseguire importantissimi lavori lasciati a metà, dal recupero dei torrioni della cinta aragonese a quello dei bastioni della cinta spagnola.

lunedì 10 ottobre 2011

UN CASTELLO DI EQUIVOCI - Pino, Italiano e la Gazzetta del Sud

In riferimento all’articolo apparso oggi sulla Gazzetta, che ha pubblicato un intervento del sig. Lorenzo Italiano («Nessuna inaugurazione, ma solo una visita ai cantieri del castello. L'ex sindaco di Milazzo, Lorenzo Italiano, in una lettera al giornale risponde alle recenti dichiarazioni del sindaco Carmelo Pino»), desta sorpresa apprendere - peraltro soltanto adesso - che trattavasi di visita al cantiere e non di inaugurazione.

Evidentemente il sindaco attuale e migliaia di concittadini come il sottoscritto erano stati tratti in inganno dal manifesto che l’Amministrazione Comunale pro-tempore aveva fatto affiggere lungo le strade cittadine alla vigilia del 23 maggio 2010 e delle ultime elezioni amministrative, manifesto in cui si annunciava la presentazione del «Castello restaurato» e non «in corso di restauro».

A trarli in inganno, poi, il ricco catering, che di norma si organizza in occasione di solenni inaugurazioni ed i cui rifiuti fecero bella mostra di sé (furono abbandonati sul bastione di S. Maria) nel pomeriggio di quel 23 maggio, quando dei tecnici e degli addetti ai lavori cui fa riferimento il sig. Italiano sulla Gazzetta di oggi non v’era traccia alcuna, almeno agli occhi delle  centinaia di visitatori (bambini inclusi) che come il sottoscritto visitarono il cantiere tra le 16,00 e le 18,00, col rischio concreto di infortunarsi a causa delle mille trappole che - documentate con tanto di fotografie in un documento pubblico allora redatto dallo scrivente - purtroppo continuano ancora ad essere presenti in questi giorni, dopo oltre un anno di Amministrazione Pino, oggi impegnata in un folle progetto di costruzione di un costosissimo nuovo teatro all’aperto.

A trarli in inganno, ancora, il comunicato stampa ufficiale diffuso dal Comune di Milazzo alla vigilia di quel 23 maggio: «Domenica 23 maggio alle 11 - si legge nel comunicato - l’Amministrazione ha annunciato la cerimonia di consegna dell’imponente fortilizio che – si auspica – possa diventare, dopo gli interventi di restauro (investimento da quasi 12 milioni di euro) il riferimento dello sviluppo culturale, turistico ed economico della città. Il sindaco Italiano ha auspicato che tutta la cittadinanza partecipi alla riapertura dell’antico maniero».

A trarli in inganno anche il discorso pronunciato dall’allora sindaco il 23 maggio 2010, pubblicato nel sito internet comunale il giorno successivo: «Il Castello rappresenta uno scrigno di cultura che si identifica pienamente con la storia della nostra città – ha affermato Lorenzo Italiano, subito dopo il taglio del nastro (proprio così, taglio del nastro, ndr). Oggi restituiamo questa struttura alla collettività con l'intento di portare avanti un progetto ambizioso che punta a fare della nostra città un polo d'eccellenza culturale, attraverso gli itinerari museali, le chiese, i siti archeologici e, appunto, il maniero appena restaurato”.

A trarli in inganno inoltre gli orari di visita del bene culturale e non del cantiere diffusi dall’Amministrazione pro-tempore il giorno successivo alla cerimonia d’inaugurazione o di mera visita al cantiere che dir si voglia: «Gli uffici comunali hanno reso noti gli orari di accesso al Castello. Saranno esclusivamente visite guidate. Nelle ore mattutine la prima visita è prevista alle 9,30, l’ultima alle 11,30. Nel pomeriggio, prima visita alle 15,30, ultima alle 17,30».

Una domanda sorge spontanea: che necessità c’era di organizzare un catering da 10 mila euro o di tagliare il consueto nastro se si era ancora lontani dall’inaugurazione?

domenica 2 ottobre 2011

QUEL CASTELLO AL VERDE COME LE CASSE COMUNALI

Proposta dallo scrivente, l'illuminazione tricolore delle antiche mura avrebbe dovuto rappresentare un omaggio quotidiano, sino al prossimo 4 novembre, del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Così non è stato, visto che è saltato ancora una volta il nuovissimo impianto d'illuminazione della cinta spagnola installato in occasione dei recenti e costosissimi lavori di “restauro”. Risultato: attualmente il Castello è illuminato la sera soltanto con luce verde.

Riparato alla vigilia della predisposizione dello stesso effetto tricolore (16 marzo 2011), l’impianto, costituito da potenti fari a luce bianca, si è guastato ancora una volta alla vigilia dell’estate appena conclusa. Da allora attende ancora di essere riparato. Carenze ed inefficienze di un apparato politico-burocratico, il quale, lungi dall’essere in grado di affrontare la manutenzione ordinaria del più importante bene culturale cittadino, si lancia in improbabili quanto faraonici progetti di fruizione dell’antico maniero, poco rispettosi della storia e dell’identità dei luoghi. Come gli oltre tre milioni di euro preventivati per costruire un nuovo teatro all’aperto che comprometterebbe irrimediabilmente la preziosa campagna di scavi fin qui condotta dalla sezione archeologica della Sovrintendenza di Messina, distraendo peraltro ingenti risorse finanziarie che invece avrebbero potuto essere utilmente investite per restaurare pregevoli ambienti del Quattrocento e del Cinquecento, sino ad ora esclusi da qualsivoglia intervento di restauro.

L’ottusità di tecnici ed amministratori comunali - e non solo - con tutta probabilità avrà la meglio. Costruiranno il loro faraonico nuovo teatro all’aperto e poi, quando ancora una volta si dovrà affrontare il delicato tema delle manutenzioni ordinarie, lo faranno lentamente marcire, come hanno fatto lentamente morire il precedente “Teatro al Castello”, abbandonato alle intemperie senza alcun intervento di manutenzione che ne evitasse lo sfascio. Così come è successo anche per il PalaDiana. E così come sta succedendo per gran parte dei lavori eseguiti recentemente all’interno dello stesso Castello, dove costosissime apparecchiature installate da oltre un anno e mezzo, senza mai essere state messe in funzione, stanno gradualmente deteriorandosi.

Oggi le antiche mura del Castello, a chi le osserva anche dai comuni limitrofi, mostrano mestamente soltanto il verde della nostra bandiera. E se quell’unico colore non rappresenta più quell’omaggio quotidiano al 150° che si intendeva perseguire, certamente comunica ogni giorno che passa un altro ma altrettanto importante messaggio: la penuria delle finanze comunali o forse - ipotesi più convincente - la scarsa sensibilità per il bene culturale più importante della Città da parte di chi ci amministra.

Al link seguente, una foto del Castello tricolore risalente al marzo scorso:
http://www.panoramio.com/photo/49678488

venerdì 9 settembre 2011

NUOVO TEATRO AL CASTELLO: QUALCHE PERPLESSITA’ SULLE DICHIARAZIONI DEL SINDACO PINO

In riferimento all’articolo sui lavori in corso al Castello di Milazzo, apparso oggi sulla “Gazzetta del Sud” a firma di Andrea Italiano, suscitano qualche perplessità le dichiarazioni rilasciate in consiglio comunale dal sindaco di Milazzo.

«Passando a un tema molto contestato in città – si legge nell’articolo - con riferimento alla localizzazione del teatro prevista in altra area, Pino ha spiegato che l'area sino allo scorso anno utilizzata per il teatro all'aperto, potrebbe essere pure oggetto di scavi, e che comunque, la nuova ubicazione lascia prevedere intanto un aumento dei posti, il possibile utilizzo di sale adiacenti, il recupero del rivellino che darebbe accesso, mediante ascensori, anche ai portatori di handicap».

Da quanto si legge sembrerebbe che la nuova ubicazione della struttura teatrale venga motivata con la previsione di scavi archeologici nell’area che attualmente ospita il vecchio teatro, il quale conseguentemente si renderebbe indisponibile ad ospitare in futuro spettacoli teatrali. Non viene precisato però che gli scavi archeologici sono previsti anche nell’area del nuovo teatro, che potrà essere impiantato solo previa esecuzione delle opportune indagini archeologiche.

Suscita inoltre perplessità la necessità di disporre di un numero di gran lunga maggiore di posti a sedere, rispetto a quelli già disponibili col vecchio “Teatro al Castello”, che negli ultimi quindici anni quasi mai ha registrato il tutto esaurito, vista la scadente offerta di spettacoli programmati nei cartelloni estivi allestiti dalle amministrazioni comunali che si sono avvicendate in questi ultimi anni. Non si comprende dunque la necessità di ulteriori posti a sedere, se si considera che, soprattutto in questi anni di sforamento del patto di stabilità e di serie difficoltà per le casse comunali, difficilmente assisteremo a concerti di James Brown  e Sarah Vaughan, tipici dei fasti dell’era Merliniana.

Apprezzabile la previsione progettuale che favorisce, attraverso ascensori ed in prossimità del rivellino centrale, un agevole accesso ai portatori di handicap, ma sarebbe opportuno sapere anche come faranno i camioncini adibiti al trasporto delle scenografie a raggiungere il palcoscenico, visto che la sede prevista per il nuovo teatro è attorniata dagli scavi archeologici eseguiti coi lavori ancora in corso.

mercoledì 7 settembre 2011

AVANZA IL DISCUTIBILE PROGETTO DEL TEATRO AL CASTELLO, MENTRE SI ABBANDONANO AL DEGRADO I QUARTIERI SPAGNOLI

Il Genio Civile di Messina ha convocato per il prossimo 15 settembre 2011 una conferenza speciale di servizi allo scopo di ottenere in tempi rapidissimi tutti i pareri necessari al progetto definitivo sui «lavori di completamento» del Castello di Milazzo. Alla riunione parteciperanno, oltre al Genio Civile, il Comune di Milazzo, la Sovrintendenza di Messina, l’Azienda Sanitaria Provinciale ed il Corpo Provinciale dei Vigili del Fuoco.

I lavori, come ormai è noto, prevedono una spesa di ben 3.000.000 di euro da destinare alla costruzione di un inopportuno e discutibile nuovo teatro all’aperto.

L’importo totale dei lavori è cresciuto recentemente di oltre due milioni di euro, rispetto ai sei precedentemente richiesti dal Comune di Milazzo. La nuova fetta di finanziamento, resasi disponibile a seguito della rinuncia da parte dell’ente locale a restaurare l’ala ovest dei Quartieri Spagnoli di via Impallomeni, per il quale appunto erano stati richiesti € 2.252.000, dovrebbe fronteggiare il completamento vero e proprio del cantiere ancora aperto, completamento per il quale è stato conferito incarico di progettazione all’arch. Giuseppe Bonarrigo, che ha già previsto interventi vari al monastero delle benedettine e tra l’altro al Mastio.

La progettazione dei rimanenti lavori, preventivati in sei milioni di euro, è stata invece affidata agli architetti Antonino Giardina e Carmelo Dragà. Tale progettazione, nonostante debba anch’essa prevedere il completamento del cantiere ancora in corso – come si evince chiaramente dalla richiesta di finanziamento intitolata “lavori di completamento” – prevede invece l’installazione di un nuovo teatro all’aperto in luogo diverso da quello in cui è ubicato l’attuale “Teatro al Castello”, un’idea - spiace dirlo - alquanto balzana ed infelice. In primo luogo perché assorbirebbe una grossa fetta dell’intero finanziamento, distraendo somme necessarie invece per eseguire importantissimi lavori lasciati a metà. Ma c’è di più. Che senso ha questo trasferimento, quando invece il vecchio Teatro al Castello ha dimostrato tutti i suoi pregi nel passato: primo tra tutti la vicinanza all’ingresso della cittadella fortificata e la facile accessibilità per i furgoni ed i camioncini adibiti al trasporto delle scenografie? Per non parlare di altri due pregi: l’eccezionale vista panoramica, oltre che la vicinanza ai numerosi servizi igienici da poco realizzati all’ingresso del complesso fortificato? Che senso ha installare un nuovo teatro all’aperto in un luogo, quello prospiciente il bastione delle Isole e l’abside della chiesa dell’Annunziata, fortemente esposto alla furia del vento di ponente?

E soprattutto perché distrarre fondi che avrebbero potuto consentire di restaurare l’ala gemella del nuovo Antiquarium archeologico? Perché non è stata fornita alcuna spiegazione alla collettività circa i motivi che hanno spinto gli amministratori locali a rinunciare al restauro degli storici Quartieri Spagnoli? Perché ostinarsi a puntare tante energie economiche e non solo per la costruzione di un nuovo teatro all’aperto, quando sarebbe bastato rimettere a nuovo il vecchio ed ormai ampiamente collaudato Teatro al Castello? Ed ancora: perché sottrarre fondi preziosi ad altri ambienti della cittadella fortificata sino ad oggi esclusi da qualsivoglia intervento, come ad esempio la pregevole cinta bastionata del Quattrocento, il cui recupero avrebbe dovuto essere eseguito coll’ultimo cantiere (per il quale sono stati spesi oltre dieci milioni di euro) e che invece continua ad essere dimenticato anche adesso, in presenza di una nuova richiesta di finanziamento di oltre 8.000.000 di euro?

lunedì 1 agosto 2011

NOVITA' SUI LAVORI IN CORSO AL CASTELLO

Con determinazione dirigenziale n. 178 del 15 luglio 2011 l’arch. Natalia Famà ha approvato la «perizia di variante n. 2», procedendo altresì alla rideterminazione delle cosiddette «somme a disposizione dell’Amministrazione», le quali, sulla base del parere emesso dalla Sovrintendenza di Messina (Unità Operativa VII, beni architettonici e urbanistici) lo scorso 13 luglio, prevedono una spesa di 17.000 euro per la redazione di una «pubblicazione scientifica, indispensabile per la conoscenza e valorizzazione della cittadella fortificata, che possa contenere le risultanze dell’intervento eseguito ed alla cui stesura l’Unità Operativa VII indente partecipare».

A tal proposito sarebbe curioso conoscere come nella redigenda pubblicazione giustificheranno l'irrimediabile cancellazione dei marchi dei lapicidi dai conci parallelepipedi in pietra lavica situati nei cantonali della scarpa della cosiddetta «torre araba». Oppure come commenteranno il maldestro intervento alla bifora presente nell'aula della chiesa del monastero delle benedettine.

Tra i lavori preventivati, un intervento da 13.500 euro per il «restauro della rampa di accesso alla torre saracena, fornitura e collocazione di nuova rampa-cordonata», ossia la rampa di accesso al grande salone con camino sotto la quale è emersa un’antica pavimentazione a spina di pesce.

La macchina amministrativa, sia pure molto lentamente, sembra dunque fare qualche piccolo e timido passo in avanti. L’auspicio è che si riesca a terminare il tutto entro l’estate 2012, anche se parecchie problematiche (per esempio quelle connesse alla messa in sicurezza dei circuiti di visita) potrebbero rimanere irrisolte.

sabato 30 luglio 2011

RIAPRE AL PUBBLICO LA MOSTRA DI ANTICHI REPERTI

Riapre dopo appena quattro giorni di sospensione cautelativa la mostra permanente di reperti denominata «Frammenti di quotidianità nella città murata - rinvenimenti fortuiti di epoche diverse», allestita sei anni fa dalla Società Milazzese di Storia Patria nella Sacrestia del Duomo antico.

Uniformandosi alle direttive impartite dalla Sovrintendenza ai BB. CC. e AA. di Messina, i soci del sodalizio hanno apportato alcune modifiche al progetto espositivo, al fine di dotare di ulteriori standard di sicurezza la collezione di antichi reperti rinvenuti entro la cittadella fortificata nel triennio 2003/05.

Lodevole l’intervento della Sovrintendenza che si è adoperata  per evitare di privare la Città ed i visitatori che in questi giorni affollano numerosi la cittadella fortificata di un’esposizione che ormai è diventata parte integrante del circuito di visita dell’antico maniero e che appena due giorni fa sembrava destinata ai depositi dell’Antiquarium archeologico di via Impallomeni.  

Da parte loro i soci del sodalizio, mossi dall’amore per la propria Città, hanno risposto con entusiasmo all’input della Sovrintendenza, eseguendo in tempi record il nuovo allestimento allo scopo di garantire, in piena stagione turistica, il mantenimento dell’offerta culturale.

Garantita dunque la sopravvivenza dell’esposizione, che raccoglie qualche centinaio di antichissime monete databili tra l'età greca e gli anni più recenti del Regno d'Italia (tra gli esemplari più preziosi la moneta mamertina raffigurante il Dio Adranos, risalente al III sec. a. C., ed il Trifollaro normanno di Ruggero I coniato nell’XI sec.), fischietti e pipe in terracotta, bottoni di indumenti civili e militari, proiettili, pietre focaie, ditali, medagliette devozionali ed una serie infinita di frammenti di stoviglie che testimoniano millenni di vita quotidiana all'interno della cittadella fortificata.

I reperti della mostra mostra, ad ingresso libero ed aperta durante gli orari di visita del Castello, sono anche visualizzabili online al link www.castellodimilazzo.blogspot.com 

giovedì 28 luglio 2011

CHIUSA AL PUBBLICO LA MOSTRA DI REPERTI AL CASTELLO

E’ stata sospesa e chiusa al pubblico per carenza di sorveglianza la mostra permanente di reperti denominata «Frammenti di quotidianità nella città murata - rinvenimenti fortuiti di epoche diverse», allestita nel 2005 dalla Società Milazzese di Storia Patria nella Sacrestia del Duomo antico.

Alcuni spiacevoli episodi, registratisi in più d’una occasione e resi possibili dall’insufficiente sorveglianza dei locali, hanno purtroppo messo in serio pericolo la collezione di antichi reperti rinvenuti dai soci del sodalizio entro la cittadella fortificata nel triennio 2003/05 (tra gli esemplari più preziosi la moneta mamertina raffigurante il Dio Adranos, risalente al III sec. a. C., ed il Trifollaro normanno di Ruggero I coniato nell’XI sec).

Ragioni di opportunità e prudenza hanno dunque consigliato la sospensione delle visite alla mostra, in attesa di un riscontro degli enti e degli organi preposti alla tutela dei beni culturali.

L’inevitabile decisione di chiudere l’esposizione al pubblico, dopo ben sei anni, oltre a suscitare il profondo rammarico degli organizzatori (che per allestire questa mostra hanno anche rimesso qualche soldo di tasca propria, senza nulla chiedere alle casse pubbliche), giunge purtroppo nel periodo di massima affluenza turistica, sottraendo peraltro una delle pochissime attrattive al momento offerte dal Castello, in gran parte inaccessibile per la mancata fine degli eterni lavori di restauro.

I reperti in mostra sono comunque visualizzabili online al link:  

martedì 26 luglio 2011

NUOVO TEATRO AL CASTELLO: INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE MELLINA

Finalmente dal Palazzo uno spiraglio di buon senso. Un plauso al consigliere comunale Roberto Mellina che ha presentato una dettagliata interrogazione, con la quale ha chiesto all’Amministrazione chiarimenti sulla nuova idea progettuale che rischierebbe di distrarre circa la metà del finanziamento richiesto per i lavori di completamento dell’antico maniero.

Al link di seguito il testo integrale dell'interrogazione consiliare:

giovedì 21 luglio 2011

FERMATE QUEL TEATRO!


Il discutibile «nuovo Teatro al Castello» già previsto in un vecchio eleborato progettuale pubblicato da Mario Di Paola sulla «Gazzetta del Sud» del 28 ottobre 1999. Anche allora si prevedevano la piantumazione di cipressi per proteggere la platea dagli impetuosi venti di ponente (mah...) ed il previo scavo archeologico dei resti dell'antica città da coprire con la stessa struttura teatrale. Cipressi e scavi che sembrano essere stati riproposti dal nuovo progetto, il quale non farebbe altro che assorbire un terzo o addirittura la metà dell’intero finanziamento di sei milioni di euro richiesto dall'Amministrazione Comunale, distraendo così somme necessarie invece per eseguire importantissimi lavori lasciati a metà, dal recupero dei torrioni della cinta aragonese a quello dei bastioni della cinta spagnola.

martedì 19 luglio 2011

LETTERA APERTA A SOVRINTENDENTE, SINDACO, DIRIGENTE LL.PP. E ASSESSORE BB. CC.

Oggetto: città murata di Milazzo - richiesta interventi al pian terreno del bastione di S. Maria.

Desidero portare alla Vs. attenzione uno dei luoghi più affascinanti della cittadella fortificata di Milazzo, il pian terreno del bastione di S. Maria, ignoto ai più, persino agli addetti ai lavori, che di conseguenza lo escludono sistematicamente da qualsivoglia intervento di restauro. Si tratta di un ambiente unico e suggestivo. Attualmente vi si accede da una cannoniera, essendone stato murato l'accesso interno. Ha quasi l'aspetto di un'odierna galleria autostradale, molto meno grande di quest'ultima, ma buio e tetro, piuttosto inquietante...

I suoi numerosi condotti di forma circolare (i cosiddetti catusi), che dal piano di calpestio si dirigono verso il sottosuolo, tradiscono la presenza nello stesso sottosuolo di un’inesplorata galleria di contromina. Proprio da tali catusi venivano iniettate sostanze tossiche in grado di uccidere il nemico eventualmente penetrato nella sottostante galleria di contromina. Superfluo sottolineare che tale galleria di contromina, unitamente all’altra presente nel bastione delle Isole, richiama i canoni progettuali dell’ingegnere militare bergamasco Antonio Ferramolino, attivo nel Cinquecento anche a Milazzo.

La presenza di una cannoniera, che oggi permette di accedere in questo ambiente, giustifica la presenza di camini di aerazione lungo il soffitto. Lo scopo di tali camini - oggi murati - era appunto quello di favorire, oltre all'illuminazione del locale, la fuoriuscita dei fumi prodotti dalle artigliere.

Il locale in questione - unico e suggestivo, conviene ripeterlo - è stato inspiegabilmente lasciato fuori dai recenti interventi di manutenzione. Addirittura i tecnici addetti ai lavori - tra gli altri l'ing. Clemente - ne ignoravano l'esistenza ed anzi hanno ringraziato lo scrivente per averlo portato alla loro attenzione attraverso comunicazione scritta, regolarmente protocollata, corredata di servizio fotografico ed inoltrata al sindaco pro-tempore ed al direttore dei lavori arch. Bonarrigo in data 3 giugno 2009. Nonostante tale segnalazione, intervenuta nel corso dei lavori, non è stato comunque eseguito alcun intervento al fine di recuperare questo ambiente, uno dei più affascinanti dell’intera città murata. Un vero peccato.

Ciò premesso, si chiede pertanto alle SS. VV. di evitare che il suddetto pian terreno venga, come in passato, escluso dal progetto esecutivo in corso di redazione (a cura degli arch. A. Giardina e C. Dragà, come da incarico conferito giusta determina dirigenziale n. 95/11) per l’esecuzione dei prossimi lavori di completamento della cittadella fortificata, per i quali è stata avanzata apposita richiesta di finanziamento pari a sei milioni di euro (PISU, “Horus Milae” di cui all’asse VI “sviluppo urbano sostenibile, come da deliberazione di giunta comunale n. 176/2010 e successive mm.ii.).

Si consiglia in particolare di eseguire almeno i seguenti interventi: ripristinare - al piano superiore - l'accesso murato che consente di accedere a tale pian terreno. Ripristinare altresì l'accesso che dal pian terreno conduce alla sottostante galleria di contromina, di cui i diversi catusi visibili lungo il piano di calpestio attestano l'esistenza. Che almeno si rendano tali locali comunicanti col resto del bastione, demolendo le murature che ostruiscono gli accessi, ripristinando inoltre i camini d'aria che sboccano alla terrazza dello stesso bastione, in modo tale da restituire al pian terreno aria e luce.

     

UN NUOVO TEATRO AL CASTELLO? NO, GRAZIE. MEGLIO FINIRE I LAVORI LASCIATI A META’.

Con determina dirigenziale n. 95 del 18 aprile 2011 il dirigente ai LL. PP. arch. Natalia Famà ha conferito l’incarico di redigere il progetto esecutivo di «completamento» in merito alla «conservazione e valorizzazione della cittadella fortificata quale bene della Comunità Europea» agli architetti Antonino Giardina e Carmelo Dragà.

Il progetto dovrebbe prevedere i lavori di completamento da finanziare con i fondi PISU (“Horus Milae” di cui all’asse VI “sviluppo urbano sostenibile”, come da deliberazione di giunta comunale n. 176/2010 e successive modificazioni ed integrazioni), lavori per i quali è stata avanzata richiesta di finanziamento pari a sei milioni di euro.

Tra i lavori rimasti in sospeso con i recenti interventi di manutenzione, il restauro dei vani interni di quasi tutti i bastioni della cinta aragonese, il recupero del pian terreno del bastione di S. Maria, quello delle due gallerie di contromina presenti, rispettivamente, nel bastione di S. Maria ed in quello delle Isole. Infine, il recupero di un ampio vano di quest’ultimo bastione, colmo di terra, non prelevata durante i recenti lavori e quello del pian terreno di ben tre ali del Mastio.

Il progetto dovrebbe prevedere i lavori di completamento, dicevamo, ma dalle prime indiscrezioni sulle idee progettuali per le quali è stata presentata istanza di finanziamento sembra emergere il contrario. Si parla difatti di installazione di un nuovo teatro all’aperto in luogo diverso da quello in cui è ubicato l’attuale, un’idea - spiace dirlo - alquanto infelice. In primo luogo perché assorbirebbe un terzo o addirittura la metà dell’intero finanziamento di sei milioni di euro, distraendo somme necessarie invece per eseguire importantissimi lavori lasciati a metà. Ma c’è di più. Che senso ha questo trasferimento, quando invece il vecchio Teatro al Castello ha dimostrato tutti i suoi pregi nel passato: primo tra tutti la vicinanza all’ingresso della cittadella fortificata e la facile accessibilità per i furgoni ed i camioncini adibiti al trasporto delle scenografie? Per non parlare di altri due pregi: l’eccezionale vista panoramica, oltre che la vicinanza ai numerosi servizi igienici da poco realizzati all’ingresso del complesso fortificato? Che senso ha installare un nuovo teatro all’aperto in un luogo, quello prospiciente il bastione delle Isole e l’abide della chiesa dell’Annunziata, fortemente esposto alla furia del vento di ponente?

Sinceramente certe idee progettuali sembrano siano state partorite in fretta e furia, senza alcuna seria meditazione. E si persiste nel commettere gli stessi errori: nessun coinvolgimento di studiosi ed associazioni culturali alla vigilia della redazione di qualsivoglia progettazione preliminare, col rischio concreto di buttar via milioni di euro. E soprattutto, come in passato, nessuna conferenza pubblica di presentazione del progetto, accessibile a pochi intimi ed inaccessibile a coloro i quali potrebbero validamente offrire il proprio contributo di idee. E dire che questa Amministrazione Comunale sulla trasparenza e sul coinvolgimento in materia di lavori al Castello aveva fatto tante promesse. Promesse da marinaio?

lunedì 11 luglio 2011

REPERTI IN MOSTRA AL CASTELLO DI MILAZZO

Notevole affluenza di pubblico in questi giorni alla mostra denominata «Frammenti di quotidianità nella città murata - rinvenimenti fortuiti di epoche diverse», allestita dalla Società Milazzese di Storia Patria nella Sacrestia del Duomo antico. Si tratta di un’esposizione permanente di preziosi reperti rinvenuti perlopiù nel triennio 2003/05 entro il perimetro murario della cittadella fortificata, una nutrita serie di rinvenimenti che alcuni soci del sodalizio (Enzo Giuffrè, Giovanni Lo Presti e Massimo Tricamo), coordinati dall’intelligente e sapiente guida di Carmelo Fulco, studioso dell’archeologia milazzese, hanno pazientemente raccolto in superficie senza scavare un solo metro di terra e con la previa autorizzazione degli enti preposti.

La mostra permanente - allestita in collaborazione col Comune di Milazzo e la Sovrintendenza ai BB. CC. e AA. di Messina e rinnovata anche quest’anno per soddisfare le esigenze dei turisti che in questi giorni numerosissimi visitano il Castello - raccoglie qualche centinaio di antichissime monete databili tra l'età greca e gli anni più recenti del Regno d'Italia (tra gli esemplari più preziosi la moneta mamertina raffigurante il Dio Adranos, risalente al III sec. a. C., ed il Trifollaro normanno di Ruggero I coniato nell’XI sec.), fischietti e pipe in terracotta, bottoni di indumenti civili e militari, proiettili, pietre focaie, ditali, medagliette devozionali ed una serie infinita di frammenti di stoviglie che testimoniano millenni di vita quotidiana all'interno della cittadella fortificata: un patrimonio notevole, un evento culturale senza precedenti che, senza alcun onere per le casse comunali, ha straordinariamente arricchito il percorso di visita all'interno del complesso monumentale.

Tra i reperti in mostra anche la riproduzione dell’orribile «Gabbia di Milazzo», terribile strumento penitenziario oggi custodito presso il Museo Criminologico di Roma.

Allestita nell’estate 2005, sotto la direzione di Girolamo Fuduli, la mostra, nata quale esposizione temporanea e divenuta via via permanente, rappresenta il primo nucleo dell’auspicato Museo della Città Murata, da allestire in uno dei numerosi vasti ambienti recuperati nel corso dei recentissimi lavori. E’ aperta durante gli orari di visita al Castello. L’ingresso è gratuito.

giovedì 7 luglio 2011

MUSEO GARIBALDINO: UN'OCCASIONE MANCATA

La sua inaugurazione avrebbe potuto rappresentare il fiore all’occhiello dell’intero ciclo di manifestazioni ed eventi promossi a Milazzo in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Proposto dallo scrivente in sede di  prima convocazione del comitato istituito dall’Amministrazione Comunale, il Museo della battaglia garibaldina del XX Luglio 1860 sembrava ormai cosa fatta.

Nessun problema per la prestigiosa e panoramica sede, l’antico monastero delle benedettine ubicato entro le mura della cittadella fortificata, per il quale, allo scopo di ovviare alla mancata ultimazione dei lavori in altre aree del maniero, si sarebbe potuto procedere - come assicurato dai tecnici comunali - con un collaudo parziale, ossia limitato allo stesso monastero.

Nessun problema inoltre per l’acquisto delle eleganti strutture espositive, anche se il sottoscritto, ben consapevole del momento piuttosto difficile che ancora oggi attraversano le casse comunali, aveva proposto il ricorso ad alcune vetrine custodite presso il vecchio Antiquarium archeologico di via Impallomeni, ad una serie di pannelli in plexiglass offerti dallo scrivente ed a cinque eleganti teche, recentemente restaurate a titolo gratuito dal maestro falegname nonché consigliere comunale sig. Franco Russo.

Nessun problema infine per il reperimento dei cimeli e della documentazione da esporre nel Museo: un noto collezionista di Milazzo infatti avrebbe messo a disposizione dell’ente, a titolo esclusivamente gratuito, la propria ricca e favolosa collezione, previo rilascio di inequivocabili garanzie in materia di custodia e videosorveglianza, oltre alla stipula di apposita polizza assicurativa, da cui la modestissima spesa di appena 2.000 euro necessaria per sostenere il costo di installazione di una telecamera di videosorveglianza  e quello relativo alla copertura assicurativa.

Alla collezione suddetta si sarebbero aggiunti altri preziosi cimeli di proprietà della Città di Milazzo, quali il letto e lo scrittoio usati da Garibaldi a Merì alla vigilia della battaglia, un quadro ottocentesco dell’Eroe dei due mondi, le litografie risalenti al XIX sec. di alcuni garibaldini illustri ed un manoscritto-ricordo custoditi nell'Archivio Storico, qualche volume pubblicato nel 1860, l’antica lapide del Pascoli conservata nel sottoscala del Palazzo Municipale, etc. etc.

Tutto sembrava procedere a gonfie vele, l’inaugurazione del museo veniva annunciata pubblicamente per il prossimo 20 luglio. Inspiegabilmente però l’iniziativa si è arenata e Milazzo ha perduto così l’ennesima occasione e soprattutto un’attrattiva che avrebbe potuto arricchire la magra offerta turistica di una Città in cui gli spazi museali continuano a rimanere una chimera.

venerdì 24 giugno 2011

GALLERIE DI CONTROMINA E TEATRO ALL'APERTO: NECESSITA' DI INTERVENTI BEN MEDITATI

A Savona, qualche mese fa, hanno scoperto ai piedi dell’imponente fortezza Priamar una galleria di contromina lunga 300 metri, immediatamente restituita alla pubblica fruizione. Una miniera d'oro per il turismo della città ligure.

A Milazzo la tetra galleria di contromina del bastione delle Isole, uno degli ambienti sotterranei più affascinanti e suggestivi del nostro Castello, lungi dall’essere adeguatamente valorizzata è stata dimenticata nel corso degli ultimi interventi di manutenzione, durante i quali non si è provveduto nemmeno a ripristinare l’accesso settentrionale, murato centinaia di anni fa. Inspiegabilmente non è stata neanche rimossa l’imponente massa di terra che giace all’interno dell’ampio vano del bastione delle Isole adiacente a tale accesso, rimozione che invece è stata eseguita a pochi metri di distanza in un altro ampio vano dello stesso bastione.

Eppure questo tenebroso ed affascinante cunicolo sotterraneo, la galleria di contromina appunto, potrebbe rappresentare un'attrattiva di primissimo piano per i turisti e non solo. Grazie ad essa il Castello di Milazzo potrebbe diventare una sorta di Eurodisney in grado di calamitare un numero notevole di visitatori.
Dell'altra galleria di contromina, ubicata nei sotterranei del bastione di S. Maria, non è stato nemmeno previsto un sia pur minimo accenno di studio e/o di progettazione, nonostante lo scrivente ne abbia comunicato l'esistenza  - con tanto di documentazione fotografica - al direttore dei lavori del cantiere di restauro e malgrado di essa si faccia cenno nel progetto preliminare redatto dall'arch. Antonino Giardina, il quale nella relazione dello stesso progetto posto a base d’asta non ha mancato di ringraziare i soci della Società Milazzese di Storia Patria per «l’accurata documentazione descrittiva, fotografica e grafica fornita» in materia di «gallerie di contromina e cinte bastionate» della fortezza milazzese.

Intanto emergono le prime indiscrezioni sulle idee progettuali per le quali è stata presentata istanza di finanziamento all’inizio del mandato dell’Amministrazione Pino: si parla già di installazione di un nuovo teatro all’aperto in luogo diverso da quello in cui è ubicato l’attuale, un’idea - spiace dirlo - alquanto infelice. Che senso ha questo trasferimento, quando invece il vecchio Teatro al Castello ha dimostrato tutti i suoi pregi nel passato: primo tra tutti la vicinanza all’ingresso della cittadella fortificata e la facile accessibilità per i furgoni ed i camioncini adibiti al trasporto delle scenografie? Per non parlare di altri due pregi: l’eccezionale vista panoramica, oltre che la vicinanza ai servizi igienici da poco realizzati all’ingresso del complesso fortificato?

Sinceramente certe idee progettuali sembrano siano state partorite in fretta e furia, senza alcuna seria meditazione. E si persiste nel commettere gli stessi errori: nessun coinvolgimento di studiosi ed associazioni culturali alla vigilia della redazione di qualsivoglia progettazione preliminare, col rischio concreto di buttar via milioni di euro. A tal proposito, tornando alle gallerie di contromina, sarebbe opportuno conoscere se sono stati previsti interventi di recupero di questi straordinari ambienti sotterranei negli elaborati presentati in sede di richieste di finanziamento a favore del nostro Castello. Si attende una risposta da parte dell’Amministrazione e dei tecnici comunali interessati.

GALLERIA DI CONTROMINA: IN COSA CONSISTE, A COSA SERVIVA
La galleria di contromina del bastione delle Isole rappresenta senza alcun dubbio uno dei luoghi più affascinanti dell’intera città murata. Ad essa - che richiama i canoni progettuali di uno dei più noti ingegneri militari del Cinquecento, il bergamasco Antonio Ferramolino - si accede dalla porticina, dotata di cancello, ubicata in uno dei quattro grandi vani del bastione. Superata quest’ultima, inizia una ripida rampa di scale costituita da 24 gradini e dotata di piccole nicchie, ricavate nelle pareti laterali, dove venivano collocate le torce destinate ad illuminare gli scalini. Percorsa questa prima rampa di scale ne segue una seconda, composta da circa dieci gradini, al termine della quale ha inizio il lungo sotterraneo, la galleria di contromina.

Si tratta di un cunicolo, alto mediamente m 1,60, che percorre il lungo muro perimetrale del bastione delle Isole, congiungendo così un orecchione all’altro. Il cunicolo, che può essere percorso solo restando con la schiena piegata, è largo un metro circa, ma in alcuni punti presenta delle piccole stanze - con planimetria ora quadrata, ora rettangolare - dove la larghezza raggiunge anche i due metri.

Il soffitto della lunga galleria, una volta a botte appena accennata, presenta ogni tanto la parte terminale di un condotto di forma circolare, il «catuso», che avrebbe dovuto consentire dall’alto l’aerazione della galleria medesima, ma anche l’immissione di sostanze nocive destinate ad uccidere l’assediante ventualmente penetrato all’interno del cunicolo.

In sostanza, questo tipo di galleria consentiva all’assediato di intercettare lo scavo di eventuali cunicoli sotterranei («mine») da parte dell’assediante. Quest’ultimo, infatti, avrebbe attaccato il bastione non già sottoponendolo ai ripetuti tiri delle artiglierie, bensì realizzando un lungo tunnel sotterraneo, la «mina» appunto, in maniera tale da raggiungere la base delle possenti mura del bastione, dove avrebbe collocato delle potenti cariche esplosive capaci di distruggere l’imponente fortificazione.

Venne così ideata, a fini preventivi, la cosiddetta «galleria di contromina», una sorta di galleria «d’ascolto», dove l’assediato avrebbe pazientemente vigilato ascoltando l’eventuale approssimarsi dei colpi di piccone della costruenda mina d’attacco, che non appena intercettata sarebbe stata prontamente neutralizzata.

Le gallerie di contromina rappresentano uno degli «aspetti tecnici salienti della progettazione del Ferramolino, e risultano in notevole anticipo sui tempi. La guerra sottorrenea, di mine e contromine, infatti raggiungerà la sua compiuta definizione nell’età del Vauban, ovvero intorno alla metà del secolo successivo» (Flavio Russo).

E’ stato proprio il Ferramolino, in sede di progettazione di alcune fortificazioni palermitane, a descrivere con dovizia di dettagli le modalità di costruzione di queste gallerie di contromina. L’importante documentazione, giunta fortunatamente sino a noi, consente, tra l’altro, di comprendere la precisa funzione dei «catusi» di cui sopra. Nel malaugurato caso di penetrazione nemica, avvenente allorché le galleria di mina avessero raggiunto e sfondato quella di contromina, sarebbero entrati in gioco proprio i «catusi», attraverso i quali venivano iniettate dall’alto alcune sostanze asfissianti, che, propagandosi lungo il cunicolo, avrebbero in breve tempo provocato la morte degli invasori: «acciocchi quando quod absit li dicti contromini fussiro prissi da inimichi – suggeriva il Ferramolino – per li dicti catusi sichi poza buctari foco seu artificio di foco chi li bruxa in li dicti stancii et affuca».

Tornando alla descrizione della galleria di contromina presente nel bastione delle Isole, occorre ricordare che la parte terminale di essa presenta una ripida rampa di scale che consente di risalire in superficie, ma attualmente l’uscita è murata

mercoledì 15 giugno 2011

CASTELLO: FINALMENTE UN ATTO DI CIVILTA’

Con un ritardo di quindici giorni rispetto alla data di pubblicazione dell’articolo-denuncia apparso sulla Gazzetta del Sud, è stato finalmente affisso nel portale d’ingresso della cittadella fortificata il cartello bilingue recante gli orari di visita, l’assenza del quale aveva generato in più d’una occasione un imbarazzante disservizio con i turisti che in questi giorni sempre più numerosi si recano al Borgo per visitare l’antico maniero.

Prima un gruppetto di turisti di lingua inglese, poi una giovane coppia, sono stati vittima, in questi ultimi giorni, della macroscopica disorganizzazione - in materia di accoglienza - di una città, la cui tanto decantata vocazione turistica stenta a decollare. Ne fa fede il lungo lasso di tempo - ben due settimane - trascorso dalla comunicazione inoltrata dallo scrivente relativamente all’assenza di cartellonistica indicante gli orari di visita e l’apposizione del cartello medesimo (due semplici fogli A4 stampati con Microsoft Word). Ma, come si suol dire, meglio tardi che mai.

Questi i nuovi orari adottati dall’Amministrazione Comunale per il periodo estivo, quello di maggiore affluenza turistica: 9,30 – 12,30 al mattino; 17,00 – 20,00 nel pomeriggio. Il lunedì il complesso fortificato resterà chiuso l’intera giornata. Attualmente, a causa degli eterni lavori in corso (anche se per lunghi periodi di tempo entro le recinzioni del cantiere non si vede lavorare nessun operaio), sarà possibile visitare il solo Duomo antico, l’edificio architettonicamente più interessante di Milazzo e non solo, all’interno del quale - precisamente nei locali della Sacrestia - si potrà ammirare la mostra permanente allestita dalla Società Milazzese di Storia Patria sui reperti rinvenuti all’interno del complesso fortificato (antiche monete, bottoni di divise militari, pipe e fischietti in terracotta, medagliette devozionali e, tra l’altro, la riproduzione dell’orribile “gabbia di Milazzo” rinvenuta nel 1928). Tanto l’ingresso al Duomo quanto quello alla mostra di reperti sono gratuiti.

A questo punto, sia per tutelare l’utenza che per salvaguardare l’immagine turistica della nostra Milazzo, sarebbe opportuno evitare il ripetersi di altri spiacevoli disservizi più volte lamentati dallo scrivente e registratisi la scorsa estate all’interno della cittadella fortificata, dall’indecente sporcizia dei servizi igienici alle erbacce che ricoprivano interamente l’area archeologica nascondendola all’osservazione dei turisti

mercoledì 8 giugno 2011

TORNANDO SU ORARI E TABELLE

Ad una settimana di distanza dall'articolo apparso sulla GAZZETTA DEL SUD, ancora nessuna indicazione degli orari di visita all'ingresso del Castello. Mentre l'estate avanza, abbiamo chiesto lumi agli organi competenti. Pare che alcune difficoltà logistiche ed organizzative (che non c'erano lo scorso 20 agosto, come attesta il relativo comunicato stampa trascritto in fondo a questa pagina) impediscano l'adozione dell'orario estivo. A tutela dell’utenza e per salvaguardare l’immagine turistica della Città abbiamo chiesto all’Amministrazione Comunale che venga almeno esposta la tabella degli orari di visita attualmente in vigore (quelli invernali) all'ingresso della cittadella fortificata, per consentire a chi volesse visitare l’antico Duomo - l’edificio architettonicamente più interessante di Milazzo, al momento unico monumento accessibile al di fuori dell’area di cantiere - di conoscere entro quali limiti orari poterlo fare. Affinché non si ripeta quello che proprio ieri nel primissimo pomeriggio abbiamo osservato ancora una volta: turisti smarriti davanti al portale d’ingresso chiuso, alla vana ricerca di una tabella con l’indicazione dell’orario di apertura in cui poter tornare per visitare l’antico maniero.
Fiduciosi in un intervento risolutivo dell’Amministrazione Comunale, anche in considerazione dell’esiguità della richiesta avanzata, cogliamo l’occasione per sollecitare la stessa ad intervenire con maggiore incisività al fine di garantire un rilancio concreto e fattivo del sito turistico-culturale più importante di Milazzo.

IL COMUNICATO STAMPA DIFFUSO DAL COMUNE DI MILAZZO IL 20 AGOSTO 2010:
E’ stata predisposta all’ingresso del Castello di Milazzo una tabella contenente le indicazioni degli orari di visita del Castello, così come da tempo richiesta dai visitatori.
La tabella, in duplice lingua (italiano ed inglese) evidenzia la possibilità di accedere all’interno dell’antico maniero (la visita per il momento continua ad essere parziale), tutti i giorni della settimana (lunedì escluso), dalle 9,30 alle 11,30 (inizio ultima visita) e dalle 17,00 alle 19,00 (inizio ultima visita). Questi orari sino al 30 settembre.
Dal 1 ottobre al 31 marzo invece la visita sarà possibile sempre dalle 9,30 alle 11,30 (inizio ultima visita) nelle ore mattutine e dalle 16,30 alle 18,00 (inizio ultima visita), limitatamente però al Duomo antico. Qualora la giornata di lunedì dovesse essere festiva, il Castello resterà aperto e la chiusura posticipata al martedì.

venerdì 27 maggio 2011

ADOZIONE ORARI ESTIVI, lettera aperta all'assessore alla cultura prof.ssa Stefania Scolaro


Milazzo, 27 maggio 2011.
Oggetto: Castello, adozione orari estivi.
Gent.mo Assessore,
oggi, durante una passeggiata al Borgo, intorno alle 19,00, mi sono imbattuto in una decina di turisti di lingua inglese (giunti verisimilmente con la stupenda imbarcazione ancorata da questa mattina dirimpetto la Marina Garibaldi) che avrebbero voluto visitare il Castello, il cui ingresso presentava ahimè il portone già chiuso.

Una sbiadita indicazione bilingue affissa dallo scorso settembre, nascondendo gli orari di apertura e chiusura della sottostante tabella, si scusava con loro «per il disagio arrecato», eppure dovremmo ormai essere in piena stagione turistica. Peraltro, la suddetta tabella affissa dagli uffici comunali lo scorso 20 agosto all’entrata della cittadella fortificata  evidenzierebbe (limitatamente al periodo 1 aprile - 30 settembre) la possibilità di accedere all’interno del maniero tutti i giorni della settimana (lunedì escluso) dalle 9,30 alle 11,30 (inizio ultima visita) e dalle 17,00 alle 19,00 (inizio ultima visita). La stessa tabella prevederebbe anche la visita limitata al solo Duomo antico - l’unico attualmente accessibile al di fuori dell’area di cantiere - dove proprio in questi giorni è possibile osservare ben due mostre (quella mazziniana e l’altra, permanente, sui reperti rinvenuti nella città murata).

Ciò premesso, considerando l’ormai avviata stagione turistica - circostanza che impone di soddisfare nel migliore dei modi l’utenza, specialmente chi viene da lontano come i suddetti turisti, i quali di fronte al cancello chiuso non hanno potuto far altro che manifestare la propria delusione e tornare indietro - confido nella Sua consueta disponibilità per procedere con decorrenza immediata all’adozione dell’orario estivo (9,30-12,30; 17,00-20,00), in modo tale da garantire una migliore fruizione del nostro più importante bene culturale e nel contempo evitare che si ripetano spiacevoli inconvenienti come quello di cui oggi sono stato testimone: ai turisti di lingua inglese di cui sopra, eventualmente intenzionati a ritornare a visitare il Castello,  non era dato sapere nemmeno gli orari di apertura e chiusura del maniero, attualmente assenti nella cartellonistica posta accanto al portone d’ingresso.
Cordialmente,
Massimo Tricamo

Di seguito il link del comunicato stampa diffuso dal Comune lo scorso 20 agosto:

http://www.comune.milazzo.me.it/com_200810.htm

venerdì 20 maggio 2011

IL CASTELLO INCONTRA L'ANTIQUARIUM


Resterà aperta sino al prossimo 22 maggio l’esposizione temporanea di reperti allestita lo scorso mese dalla sezione archeologica della Sovrintendenza di Messina nell’Antiquarium “Domenico Ryolo” di via Impallomeni. Due vetrine contenenti una limitata ma preziosissima “campionatura di tracce di vita quotidiana” risalenti al lungo periodo compreso tra il X ed il XIX sec. e rinvenute nel corso degli scavi eseguiti nel biennio 2008/09 entro il perimetro murario della cittadella fortificata di Milazzo. Dagli scavi sono emersi materiale ceramico di epoche diverse, pipe in terracotta, un ditale ed un orecchino, piatti, anfore e diverse altre testimonianze di uso quotidiano che arricchiscono ulteriormente il patrimonio d’informazioni e reperti rinvenuti da alcuni soci della Società Milazzese di Storia Patria, proprio entro la città murata, nel triennio 2003/05 ed esposti da ormai sei anni nella sacrestia dell’antico Duomo.

La nuova esposizione, sebbene modesta dal punto di vista quantitativo, comunque eccezionale per la qualità del materiale in mostra, impone adesso una seria riflessione sul futuro del Castello di Milazzo, recentemente oggetto di sostanziosi interventi di manutenzione. Non si può difatti ipotizzare un qualsiasi progetto di rifunzionalizzazione del maniero prescindendo dalla notevole mole di materiale archeologico rinvenuto nella città murata dal 1928 ad oggi: sarebbe dunque opportuno prevedere, preferibilmente all’interno dei locali del recuperato monastero delle benedettine, un ampio spazio espositivo da adibire a “Museo della città murata”. Ed in tal senso pare che sia stata manifestata ampia disponibilità da parte della sezione archeologica della Sovrintendenza di Messina. Un’occasione che l’Amministrazione Comunale non può e non deve lasciarsi sfuggire.

DI SEGUITO IL LINK CON LE FOTO DELLA MOSTRA:
http://www.panoramio.com/user/3112587/tags/I%20reperti%20della%20citt%C3%A0%20murata%20in%20mostra%20sino%20al%2022.05.2011%20all'Antiquarium%20%22D.%20Ryolo%22