sabato 30 luglio 2011

RIAPRE AL PUBBLICO LA MOSTRA DI ANTICHI REPERTI

Riapre dopo appena quattro giorni di sospensione cautelativa la mostra permanente di reperti denominata «Frammenti di quotidianità nella città murata - rinvenimenti fortuiti di epoche diverse», allestita sei anni fa dalla Società Milazzese di Storia Patria nella Sacrestia del Duomo antico.

Uniformandosi alle direttive impartite dalla Sovrintendenza ai BB. CC. e AA. di Messina, i soci del sodalizio hanno apportato alcune modifiche al progetto espositivo, al fine di dotare di ulteriori standard di sicurezza la collezione di antichi reperti rinvenuti entro la cittadella fortificata nel triennio 2003/05.

Lodevole l’intervento della Sovrintendenza che si è adoperata  per evitare di privare la Città ed i visitatori che in questi giorni affollano numerosi la cittadella fortificata di un’esposizione che ormai è diventata parte integrante del circuito di visita dell’antico maniero e che appena due giorni fa sembrava destinata ai depositi dell’Antiquarium archeologico di via Impallomeni.  

Da parte loro i soci del sodalizio, mossi dall’amore per la propria Città, hanno risposto con entusiasmo all’input della Sovrintendenza, eseguendo in tempi record il nuovo allestimento allo scopo di garantire, in piena stagione turistica, il mantenimento dell’offerta culturale.

Garantita dunque la sopravvivenza dell’esposizione, che raccoglie qualche centinaio di antichissime monete databili tra l'età greca e gli anni più recenti del Regno d'Italia (tra gli esemplari più preziosi la moneta mamertina raffigurante il Dio Adranos, risalente al III sec. a. C., ed il Trifollaro normanno di Ruggero I coniato nell’XI sec.), fischietti e pipe in terracotta, bottoni di indumenti civili e militari, proiettili, pietre focaie, ditali, medagliette devozionali ed una serie infinita di frammenti di stoviglie che testimoniano millenni di vita quotidiana all'interno della cittadella fortificata.

I reperti della mostra mostra, ad ingresso libero ed aperta durante gli orari di visita del Castello, sono anche visualizzabili online al link www.castellodimilazzo.blogspot.com 

giovedì 28 luglio 2011

CHIUSA AL PUBBLICO LA MOSTRA DI REPERTI AL CASTELLO

E’ stata sospesa e chiusa al pubblico per carenza di sorveglianza la mostra permanente di reperti denominata «Frammenti di quotidianità nella città murata - rinvenimenti fortuiti di epoche diverse», allestita nel 2005 dalla Società Milazzese di Storia Patria nella Sacrestia del Duomo antico.

Alcuni spiacevoli episodi, registratisi in più d’una occasione e resi possibili dall’insufficiente sorveglianza dei locali, hanno purtroppo messo in serio pericolo la collezione di antichi reperti rinvenuti dai soci del sodalizio entro la cittadella fortificata nel triennio 2003/05 (tra gli esemplari più preziosi la moneta mamertina raffigurante il Dio Adranos, risalente al III sec. a. C., ed il Trifollaro normanno di Ruggero I coniato nell’XI sec).

Ragioni di opportunità e prudenza hanno dunque consigliato la sospensione delle visite alla mostra, in attesa di un riscontro degli enti e degli organi preposti alla tutela dei beni culturali.

L’inevitabile decisione di chiudere l’esposizione al pubblico, dopo ben sei anni, oltre a suscitare il profondo rammarico degli organizzatori (che per allestire questa mostra hanno anche rimesso qualche soldo di tasca propria, senza nulla chiedere alle casse pubbliche), giunge purtroppo nel periodo di massima affluenza turistica, sottraendo peraltro una delle pochissime attrattive al momento offerte dal Castello, in gran parte inaccessibile per la mancata fine degli eterni lavori di restauro.

I reperti in mostra sono comunque visualizzabili online al link:  

martedì 26 luglio 2011

NUOVO TEATRO AL CASTELLO: INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE MELLINA

Finalmente dal Palazzo uno spiraglio di buon senso. Un plauso al consigliere comunale Roberto Mellina che ha presentato una dettagliata interrogazione, con la quale ha chiesto all’Amministrazione chiarimenti sulla nuova idea progettuale che rischierebbe di distrarre circa la metà del finanziamento richiesto per i lavori di completamento dell’antico maniero.

Al link di seguito il testo integrale dell'interrogazione consiliare:

giovedì 21 luglio 2011

FERMATE QUEL TEATRO!


Il discutibile «nuovo Teatro al Castello» già previsto in un vecchio eleborato progettuale pubblicato da Mario Di Paola sulla «Gazzetta del Sud» del 28 ottobre 1999. Anche allora si prevedevano la piantumazione di cipressi per proteggere la platea dagli impetuosi venti di ponente (mah...) ed il previo scavo archeologico dei resti dell'antica città da coprire con la stessa struttura teatrale. Cipressi e scavi che sembrano essere stati riproposti dal nuovo progetto, il quale non farebbe altro che assorbire un terzo o addirittura la metà dell’intero finanziamento di sei milioni di euro richiesto dall'Amministrazione Comunale, distraendo così somme necessarie invece per eseguire importantissimi lavori lasciati a metà, dal recupero dei torrioni della cinta aragonese a quello dei bastioni della cinta spagnola.

martedì 19 luglio 2011

LETTERA APERTA A SOVRINTENDENTE, SINDACO, DIRIGENTE LL.PP. E ASSESSORE BB. CC.

Oggetto: città murata di Milazzo - richiesta interventi al pian terreno del bastione di S. Maria.

Desidero portare alla Vs. attenzione uno dei luoghi più affascinanti della cittadella fortificata di Milazzo, il pian terreno del bastione di S. Maria, ignoto ai più, persino agli addetti ai lavori, che di conseguenza lo escludono sistematicamente da qualsivoglia intervento di restauro. Si tratta di un ambiente unico e suggestivo. Attualmente vi si accede da una cannoniera, essendone stato murato l'accesso interno. Ha quasi l'aspetto di un'odierna galleria autostradale, molto meno grande di quest'ultima, ma buio e tetro, piuttosto inquietante...

I suoi numerosi condotti di forma circolare (i cosiddetti catusi), che dal piano di calpestio si dirigono verso il sottosuolo, tradiscono la presenza nello stesso sottosuolo di un’inesplorata galleria di contromina. Proprio da tali catusi venivano iniettate sostanze tossiche in grado di uccidere il nemico eventualmente penetrato nella sottostante galleria di contromina. Superfluo sottolineare che tale galleria di contromina, unitamente all’altra presente nel bastione delle Isole, richiama i canoni progettuali dell’ingegnere militare bergamasco Antonio Ferramolino, attivo nel Cinquecento anche a Milazzo.

La presenza di una cannoniera, che oggi permette di accedere in questo ambiente, giustifica la presenza di camini di aerazione lungo il soffitto. Lo scopo di tali camini - oggi murati - era appunto quello di favorire, oltre all'illuminazione del locale, la fuoriuscita dei fumi prodotti dalle artigliere.

Il locale in questione - unico e suggestivo, conviene ripeterlo - è stato inspiegabilmente lasciato fuori dai recenti interventi di manutenzione. Addirittura i tecnici addetti ai lavori - tra gli altri l'ing. Clemente - ne ignoravano l'esistenza ed anzi hanno ringraziato lo scrivente per averlo portato alla loro attenzione attraverso comunicazione scritta, regolarmente protocollata, corredata di servizio fotografico ed inoltrata al sindaco pro-tempore ed al direttore dei lavori arch. Bonarrigo in data 3 giugno 2009. Nonostante tale segnalazione, intervenuta nel corso dei lavori, non è stato comunque eseguito alcun intervento al fine di recuperare questo ambiente, uno dei più affascinanti dell’intera città murata. Un vero peccato.

Ciò premesso, si chiede pertanto alle SS. VV. di evitare che il suddetto pian terreno venga, come in passato, escluso dal progetto esecutivo in corso di redazione (a cura degli arch. A. Giardina e C. Dragà, come da incarico conferito giusta determina dirigenziale n. 95/11) per l’esecuzione dei prossimi lavori di completamento della cittadella fortificata, per i quali è stata avanzata apposita richiesta di finanziamento pari a sei milioni di euro (PISU, “Horus Milae” di cui all’asse VI “sviluppo urbano sostenibile, come da deliberazione di giunta comunale n. 176/2010 e successive mm.ii.).

Si consiglia in particolare di eseguire almeno i seguenti interventi: ripristinare - al piano superiore - l'accesso murato che consente di accedere a tale pian terreno. Ripristinare altresì l'accesso che dal pian terreno conduce alla sottostante galleria di contromina, di cui i diversi catusi visibili lungo il piano di calpestio attestano l'esistenza. Che almeno si rendano tali locali comunicanti col resto del bastione, demolendo le murature che ostruiscono gli accessi, ripristinando inoltre i camini d'aria che sboccano alla terrazza dello stesso bastione, in modo tale da restituire al pian terreno aria e luce.

     

UN NUOVO TEATRO AL CASTELLO? NO, GRAZIE. MEGLIO FINIRE I LAVORI LASCIATI A META’.

Con determina dirigenziale n. 95 del 18 aprile 2011 il dirigente ai LL. PP. arch. Natalia Famà ha conferito l’incarico di redigere il progetto esecutivo di «completamento» in merito alla «conservazione e valorizzazione della cittadella fortificata quale bene della Comunità Europea» agli architetti Antonino Giardina e Carmelo Dragà.

Il progetto dovrebbe prevedere i lavori di completamento da finanziare con i fondi PISU (“Horus Milae” di cui all’asse VI “sviluppo urbano sostenibile”, come da deliberazione di giunta comunale n. 176/2010 e successive modificazioni ed integrazioni), lavori per i quali è stata avanzata richiesta di finanziamento pari a sei milioni di euro.

Tra i lavori rimasti in sospeso con i recenti interventi di manutenzione, il restauro dei vani interni di quasi tutti i bastioni della cinta aragonese, il recupero del pian terreno del bastione di S. Maria, quello delle due gallerie di contromina presenti, rispettivamente, nel bastione di S. Maria ed in quello delle Isole. Infine, il recupero di un ampio vano di quest’ultimo bastione, colmo di terra, non prelevata durante i recenti lavori e quello del pian terreno di ben tre ali del Mastio.

Il progetto dovrebbe prevedere i lavori di completamento, dicevamo, ma dalle prime indiscrezioni sulle idee progettuali per le quali è stata presentata istanza di finanziamento sembra emergere il contrario. Si parla difatti di installazione di un nuovo teatro all’aperto in luogo diverso da quello in cui è ubicato l’attuale, un’idea - spiace dirlo - alquanto infelice. In primo luogo perché assorbirebbe un terzo o addirittura la metà dell’intero finanziamento di sei milioni di euro, distraendo somme necessarie invece per eseguire importantissimi lavori lasciati a metà. Ma c’è di più. Che senso ha questo trasferimento, quando invece il vecchio Teatro al Castello ha dimostrato tutti i suoi pregi nel passato: primo tra tutti la vicinanza all’ingresso della cittadella fortificata e la facile accessibilità per i furgoni ed i camioncini adibiti al trasporto delle scenografie? Per non parlare di altri due pregi: l’eccezionale vista panoramica, oltre che la vicinanza ai numerosi servizi igienici da poco realizzati all’ingresso del complesso fortificato? Che senso ha installare un nuovo teatro all’aperto in un luogo, quello prospiciente il bastione delle Isole e l’abide della chiesa dell’Annunziata, fortemente esposto alla furia del vento di ponente?

Sinceramente certe idee progettuali sembrano siano state partorite in fretta e furia, senza alcuna seria meditazione. E si persiste nel commettere gli stessi errori: nessun coinvolgimento di studiosi ed associazioni culturali alla vigilia della redazione di qualsivoglia progettazione preliminare, col rischio concreto di buttar via milioni di euro. E soprattutto, come in passato, nessuna conferenza pubblica di presentazione del progetto, accessibile a pochi intimi ed inaccessibile a coloro i quali potrebbero validamente offrire il proprio contributo di idee. E dire che questa Amministrazione Comunale sulla trasparenza e sul coinvolgimento in materia di lavori al Castello aveva fatto tante promesse. Promesse da marinaio?

lunedì 11 luglio 2011

REPERTI IN MOSTRA AL CASTELLO DI MILAZZO

Notevole affluenza di pubblico in questi giorni alla mostra denominata «Frammenti di quotidianità nella città murata - rinvenimenti fortuiti di epoche diverse», allestita dalla Società Milazzese di Storia Patria nella Sacrestia del Duomo antico. Si tratta di un’esposizione permanente di preziosi reperti rinvenuti perlopiù nel triennio 2003/05 entro il perimetro murario della cittadella fortificata, una nutrita serie di rinvenimenti che alcuni soci del sodalizio (Enzo Giuffrè, Giovanni Lo Presti e Massimo Tricamo), coordinati dall’intelligente e sapiente guida di Carmelo Fulco, studioso dell’archeologia milazzese, hanno pazientemente raccolto in superficie senza scavare un solo metro di terra e con la previa autorizzazione degli enti preposti.

La mostra permanente - allestita in collaborazione col Comune di Milazzo e la Sovrintendenza ai BB. CC. e AA. di Messina e rinnovata anche quest’anno per soddisfare le esigenze dei turisti che in questi giorni numerosissimi visitano il Castello - raccoglie qualche centinaio di antichissime monete databili tra l'età greca e gli anni più recenti del Regno d'Italia (tra gli esemplari più preziosi la moneta mamertina raffigurante il Dio Adranos, risalente al III sec. a. C., ed il Trifollaro normanno di Ruggero I coniato nell’XI sec.), fischietti e pipe in terracotta, bottoni di indumenti civili e militari, proiettili, pietre focaie, ditali, medagliette devozionali ed una serie infinita di frammenti di stoviglie che testimoniano millenni di vita quotidiana all'interno della cittadella fortificata: un patrimonio notevole, un evento culturale senza precedenti che, senza alcun onere per le casse comunali, ha straordinariamente arricchito il percorso di visita all'interno del complesso monumentale.

Tra i reperti in mostra anche la riproduzione dell’orribile «Gabbia di Milazzo», terribile strumento penitenziario oggi custodito presso il Museo Criminologico di Roma.

Allestita nell’estate 2005, sotto la direzione di Girolamo Fuduli, la mostra, nata quale esposizione temporanea e divenuta via via permanente, rappresenta il primo nucleo dell’auspicato Museo della Città Murata, da allestire in uno dei numerosi vasti ambienti recuperati nel corso dei recentissimi lavori. E’ aperta durante gli orari di visita al Castello. L’ingresso è gratuito.

giovedì 7 luglio 2011

MUSEO GARIBALDINO: UN'OCCASIONE MANCATA

La sua inaugurazione avrebbe potuto rappresentare il fiore all’occhiello dell’intero ciclo di manifestazioni ed eventi promossi a Milazzo in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Proposto dallo scrivente in sede di  prima convocazione del comitato istituito dall’Amministrazione Comunale, il Museo della battaglia garibaldina del XX Luglio 1860 sembrava ormai cosa fatta.

Nessun problema per la prestigiosa e panoramica sede, l’antico monastero delle benedettine ubicato entro le mura della cittadella fortificata, per il quale, allo scopo di ovviare alla mancata ultimazione dei lavori in altre aree del maniero, si sarebbe potuto procedere - come assicurato dai tecnici comunali - con un collaudo parziale, ossia limitato allo stesso monastero.

Nessun problema inoltre per l’acquisto delle eleganti strutture espositive, anche se il sottoscritto, ben consapevole del momento piuttosto difficile che ancora oggi attraversano le casse comunali, aveva proposto il ricorso ad alcune vetrine custodite presso il vecchio Antiquarium archeologico di via Impallomeni, ad una serie di pannelli in plexiglass offerti dallo scrivente ed a cinque eleganti teche, recentemente restaurate a titolo gratuito dal maestro falegname nonché consigliere comunale sig. Franco Russo.

Nessun problema infine per il reperimento dei cimeli e della documentazione da esporre nel Museo: un noto collezionista di Milazzo infatti avrebbe messo a disposizione dell’ente, a titolo esclusivamente gratuito, la propria ricca e favolosa collezione, previo rilascio di inequivocabili garanzie in materia di custodia e videosorveglianza, oltre alla stipula di apposita polizza assicurativa, da cui la modestissima spesa di appena 2.000 euro necessaria per sostenere il costo di installazione di una telecamera di videosorveglianza  e quello relativo alla copertura assicurativa.

Alla collezione suddetta si sarebbero aggiunti altri preziosi cimeli di proprietà della Città di Milazzo, quali il letto e lo scrittoio usati da Garibaldi a Merì alla vigilia della battaglia, un quadro ottocentesco dell’Eroe dei due mondi, le litografie risalenti al XIX sec. di alcuni garibaldini illustri ed un manoscritto-ricordo custoditi nell'Archivio Storico, qualche volume pubblicato nel 1860, l’antica lapide del Pascoli conservata nel sottoscala del Palazzo Municipale, etc. etc.

Tutto sembrava procedere a gonfie vele, l’inaugurazione del museo veniva annunciata pubblicamente per il prossimo 20 luglio. Inspiegabilmente però l’iniziativa si è arenata e Milazzo ha perduto così l’ennesima occasione e soprattutto un’attrattiva che avrebbe potuto arricchire la magra offerta turistica di una Città in cui gli spazi museali continuano a rimanere una chimera.