mercoledì 7 novembre 2012

Quel touchscreen pieno di svarioni



Il Duomo antico sconsacrato nel 1869, anziché nel 1860, il Monastero delle Benedettine confuso erroneamente col Palazzo dei Giurati, la galleria di contromina del bastione di S. Maria confusa invece col pian terreno dello stesso bastione, che conterrebbe al suo interno una fonderia ubicata in realtà in tutt’altro ambiente. Sono solo alcuni dei numerosi svarioni, in alcuni casi veri e propri falsi storici, contenuti nella guida del Castello consultabile da qualche giorno in un moderno e costoso schermo tattile (touchscreen) ospitato al primo piano della panoramica Badia benedettina. In verità gli schermi tattili sono due. L’altro è dedicato alle abbondanti e fortunate esplorazioni archeologiche condotte negli ultimi decenni lungo la penisola milazzese. E’ ubicato anch’esso al primo piano del Monastero delle Benedettine, luogo non certo opportuno per ospitare un touchscreen che per la sua funzione di ausilio al visitatore, di introduzione alla visita, meriterebbe piuttosto un luogo più frequentato, posto in prossimità dell’ingresso della cittadella fortificata, nell’aula del Duomo antico, per esempio. Un’ubicazione infelice, quella attuale, anche per l’inaccessibilità del primo piano della Badia, a causa dell’ascensore ancora fuori uso, malgrado un rassicurante cartello affisso la scorsa estate lasciasse presagire una messa in esercizio dell’impianto di sollevamento in tempi rapidi, anche se già siamo a novembre… E l’ascensore off-limits equivale a totale inaccessibilità per i soggetti disabili, cui dunque rimane preclusa (oltre all’assaggio di qualche suino o di un fungo porcino opportunamente inumidito dai prodotti delle vendemmie) la consultazione di questi schermi tattili, in particolare la visita virtuale al Castello, ahinoi piena zeppa di errori. Come la costruzione del rivellino meridionale della cinta spagnola, fatta risalire al 1605, anno in cui venne realizzato invece il contrafforte del bastione di S. Maria. Ma gli svarioni abbondano: come quello che, sulla base di improbabile «documentazione d’archivio», attesterebbe la presenza nel cantiere del Duomo antico dell’ingegnere militare Diego Sanchez. O la notizia in base alla quale l’architetto palermitano Giuseppe Gasdia sarebbe stato impegnato nella costruzione della poderosa cinta spagnola.

Difficile risalire all’autore di questi inediti quanto stravaganti testi, visto che il software del touchscreen non ne riporta misteriosamente la paternità. Eppure da questo touchscreen tanto atteso, peraltro  pagato con tanti bei soldini della collettività, ci si aspettava un’informazione puntuale, scientifica: infatti, stando almeno a quel che si vocifera, pare che i testi siano stati elaborati sotto l’alta sorveglianza della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Messina. E dire che le notizie, quelle attendibili e supportate da fonti archivistiche e bibliografiche serie, non mancavano: diffuse addirittura online già da qualche anno. Sarebbe bastato fare un semplice copia-incolla.
Si auspica quindi una revisione dei testi in tempi brevi, che restituisca autorevolezza e serietà a questa visita virtuale della città murata, preziosissima in un contesto in cui il default comunale rende improbabile il reclutamento di nuove guide all’interno del complesso fortificato. Si auspica inoltre, per le ragioni sopra esposte, il trasferimento dei due schermi tattili in un’area posta all’ingresso del maniero.
(M. Tricamo, Oggimilazzo.it - 7 novembre 2012)

lunedì 20 agosto 2012

ACCESSO FACILITATO PER CHI HA DIFFICOLTA' MOTORIE



Un Castello aperto a tutti, volto a favorire soprattutto la visita di coloro i quali lamentano «significative difficoltà motorie». E’ questo l’impegno dell’Amministrazione comunale, la quale, di concerto con i volontari de “La Compagnia del Castello”, ha istituito provvisoriamente un servizio di assistenza finalizzato a favorire anche l’accesso con mezzi propri di disabili e anziani che difficilmente potrebbero raggiungere il Duomo antico, il Monastero delle Benedettine e l’area archeologica.

Nel comunicato affisso all’ingresso della cittadella fortificata, frutto della fattiva collaborazione tra l’assessore ai servizi sociali Massimo D’Amore e l’esperto Dario Russo, Comune e Compagnia del Castello, «consapevoli dei gravi limiti alla visita dei luoghi, nel tentativo di venire incontro il più possibile alle esigenze dei soggetti con difficoltà motorie», invitano a contattare il personale di servizio all’ingresso (sigg. Mario Napoli, Tanino Lazzaro e Renzo Raimondo) e/o il recapito telefonico 3892571878 «per ottenere assistenza e/o passaggio motorizzato al fine di raggiungere più agevolmente la nuova parte visitabile». Il tutto in attesa che il servizio venga migliorato e reso definitivo. A tal proposito si è attivato da tempo l’assessore D’Amore, che si sta adoperando per dotare al più presto la cittadella fortificata di un mezzo idoneo a trasportare anziani, disabili ed altri soggetti con difficoltà motorie. Gli uffici comunali sono anche al lavoro per attivare l’ascensore presente nel Monastero delle Benedettine, per il quale è stata già istruita la pratica volta a stipulare regolare contratto di manutenzione con ditta specializzata. Un ulteriore passo in avanti per garantire la piena fruizione a chi non è in grado di salire qualche rampa di scale.

sabato 18 agosto 2012

ISTANZA ALL'ASSESSORE AI SERVIZI SOCIALI


Alla c.a. dell’assessore ai Servizi Socio-assistenziali.
e p.c. sig. Sindaco della Città di Milazzo

Oggetto: visita al Castello per i cittadini disabili.

Gent.mo,
la recente riapertura di nuovi spazi all’interno del ns. Castello, se da un lato attrae finalmente un numero più consistente di visitatori, dall’altro pone ancor più di prima il problema dell’accesso dei disabili. Poiché, col dissesto ormai alle porte, è improbabile che si possa affrontare tale problematica con un apposito servizio navetta, Le chiedo, confidando nel Suo buon senso, se è possibile, di concerto con gli altri assessorati ed in particolare col Comando dei Vigili Urbani, concedere, in deroga al divieto di accesso attualmente esistente all’ingresso della cittadella fortificata, l’accesso con automobile ai soli disabili sin davanti al Monastero delle Benedettine oppure sino al piazzale antistante il Duomo antico.

A tal proposito mi permetto di suggerire una previa comunicazione telefonica dei cittadini interessati all’ufficio comunale preposto, da farsi il giorno precedente la visita con tanto di numero di targa del veicolo al quale sarà concesso questo piccolo ma doveroso privilegio, onde consentire al personale in servizio al Castello di aprire, all’orario concordato, i due cancelli posti all’entrata del complesso monumentale.

Certo di un Suo pronto riscontro, colgo l’occasione per porgerLe un cordiale saluto.

Massimo Tricamo

PRO MUSEO GARIBALDINO AL MONASTERO


Ill.mo sig. SINDACO
della CITTA’ DI MILAZZO


Oggetto: proposta per potenziare l’offerta turistica del Castello di Milazzo (Museo Garibaldino).

Facendo seguito alla proposta avanzata dallo scrivente nell’ambito del Comitato cittadino per il 150° dell’Unità d’Italia, istituito lo scorso anno dalla S. V., e cioè l’istituzione di un Museo Garibaldino entro la cittadella fortificata, torno a disturbarLa approfittando della recente inaugurazione del Monastero delle Benedettine, all’interno del quale l’Amministrazione da Lei presieduta, unitamente alla Sovrintendenza di Messina, ha individuato gli spazi destinati ad ospitare il suddetto spazio museale.

Ebbene, allo scopo di potenziare l’offerta turistica della cittadella fortificata, anche nel periodo invernale, sarebbe opportuno - in attesa di tempi migliori per le casse comunali e dunque in assenza di finanziamenti appositi per l’acquisto di espositori e per sostenere le altre spese necessarie - procedere da subito all’allestimento, entro il Monastero delle Benedettine, di una sala in cui esporre un primo minuscolo ma significativo nucleo dell’istituendo spazio museale. A tal proposito fornisco di seguito l’elenco dei reperti che potrebbero essere esposti nel monastero, impreziosendo così l’offerta turistica dello stesso:

- letto usato da Garibaldi a Merì alla vigilia della battaglia del 20 luglio 1860 (attualmente custodito presso Palazzo D’Amico);
- scrittoio utilizzato da Garibaldi a Merì (Palazzo D’Amico);
- quadro ottocentesco dell’Eroe dei due mondi (Palazzo D’Amico);
- l’antica lapide del Pascoli conservata nel sottoscala del Palazzo Municipale;
- asta portabandiera già in casa Gaetani a Merì (Palazzo D’Amico);
- medaglie conferite a un garibaldino filippese (Palazzo D’Amico);
- le litografie risalenti al XIX sec. raffiguranti garibaldini illustri (Archivio Storico comunale);
- manoscritto-ricordo sulla battaglia di Milazzo sottoscritto in diversi comuni italiani nella seconda metà dell’Ottocento e custodito nell'Archivio Storico;
-  verbale della cerimonia di apposizione della lapide del 1882 nella facciata della chiesa di S. Maria Maggiore (Archivio Storico comunale);
 - qualche volume sulla Battaglia di Milazzo pubblicato nel 1860 e negli anni immediatamente successivi (Biblioteca Comunale);
- tutta la documentazione originale sulla Battaglia di Milazzo compilata e raccolta dal Presidente del Comitato Rivoluzionario Stefano Zirilli (1812-1884), acquistata presso i mercati antiquari dallo scrivente e donata recentemente all’Archivio Storico comunale;

Per la custodia del materiale manoscritto, delle pubblicazioni della Biblioteca Comunale e delle medaglie si consiglia l’utilizzazione delle cinque teche restaurate dal maestro falegname Franco Russo e custodite a Palazzo D’Amico (attualmente quasi tutte vuote).

Ovviamente per l’allestimento del minuscolo spazio garibaldino di cui sopra lo scrivente offre con piacere la propria collaborazione a titolo gratuito.

Milazzo, 9 agosto 2012.

Con osservanza,
Massimo Tricamo

giovedì 9 agosto 2012

INAUGURATO IL MONASTERO DELLE BENEDETTINE

Milazzo si riappropria finalmente del proprio Castello. A presenziare alla cerimonia di consegna del Monastero delle Benedettine, tenutasi ieri sera nei locali ben climatizzati dell’annessa chiesetta del SS. Salvatore, circa un centinaio di persone. In verità, per alcuni di loro è stata un’opportunità per rivisitare, dopo oltre due anni dall’altra cerimonia inaugurale firmata Lorenzo Italiano, una piccola porzione della cittadella fortificata, per la quale, come ha ammesso lo stesso primo cittadino, c’è ancora tanto da fare. Restano infatti off-limits l’intera cinta muraria esterna, coi vasti spazi disponibili all’interno dei bastioni di S. Maria e delle Isole, e tutta l’area alle spalle del teatro all’aperto (cinta aragonese e Mastio normanno-svevo).

Nell’auspicare che nuove porzioni della cittadella si rendano presto fruibili - qualcosa si potrebbe sbloccare già a fine anno - Pino, affiancato dall’assessore alla Cultura Stefania Scolaro, non ha mancato di ringraziare quanti si sono adoperati per favorire la riconquista del monastero e di parte dell’area archeologica, dal dinamico RUP arch. Ferdinando Torre ai giovani volontari coordinati dall’esperto Dario Russo, che ha approntato un abbozzo di programmazione per tentare di vivacizzare, anche nelle ore notturne, l’edificio conventuale sino ai primi di settembre: sono previste, tra l’altro, degustazioni di vini e di prodotti tipici e momenti di lettura. Da parte sua, il sindaco Pino, non ha trascurato di ringraziare anche le «voci critiche di coloro i quali in questi due anni hanno comunque rappresentato un pungolo, un utile stimolo al fine di riconquistare questa porzione di Castello», che effettivamente consente finalmente ai Milazzesi di godersi uno degli edifici più interessanti del complesso fortificato e di assaporare nel contempo viste mozzafiato, come quelle osservabili affacciandosi alle finestre di quelle che un tempo furono le celle delle monache benedettine o alla panoramica chiostrina dove alla fine della cerimonia è stato ospitato il rinfresco. 

 L’area attualmente visitabile consente di giungere, attraverso la predisposizione di corde e transenne, sino alla porta Aragonese, snobbando però una buona metà dell’area archeologica, esclusa dal circuito di visita malgrado il collaudo positivo. A tal proposito sarebbe opportuno restituire alla pubblica fruizione anche quest’area degli scavi, sbarrando attraverso l’uso congiunto di paletti, corde e transenne l’accesso al bastione delle Isole ed alla chiesetta dell’Annunziata (Massimo Tricamo, oggimilazzo.it, 9 agosto 2012)

domenica 5 agosto 2012

TORNA IL BUON SENSO


Questa volta in Comune ci hanno preso in parola. Da ieri all’ingresso del nostro Castello campeggia un foglio A4 stampato al computer e recante la seguente dicitura: «questa struttura resterà temporaneamente aperta dal 3 al 9 agosto nei seguenti orari: 8:30-13:30; 16:30-21:30». Il foglio è corredato dal timbro del Comune. Appena la settimana scorsa avevamo lamentato la vergognosa assenza di qualsivoglia comunicazione agli utenti, soprattutto in questi giorni d’intenso afflusso turistico. Ma non è l’unica sorpresa riservataci dagli uffici comunali, che sembra si stiano organizzando per modificare gli orari dal prossimo 10 agosto, prevedendo addirittura l’apertura notturna sino ad oltre la mezzanotte.
Intanto per il prossimo 10 agosto, alle ore 18,30, è prevista anche l’apertura (finalmente!) di uno degli antichi fabbricati recentemente oggetto di interventi di manutenzione. Si tratta del Monastero delle Benedettine (impropriamente denominato “Palazzo dei Giurati”), dove dal  10 agosto al 9 settembre sarà possibile visitare una mostra allestita dal sodalizio “Compagnia del Castello” al fine di illustrare idee e progetti di valorizzazione del complesso fortificato, frutto del gruppo di lavoro coordinato dall’esperto del sindaco prof. Dario Russo.

Naturalmente sarà possibile visitare anche la mostra di antichi reperti, giunta al suo settimo anno di vita, allestita dalla Società Milazzese di Storia Patria entro la Sacrestia del Duomo antico. Allestita in collaborazione col Comune di Milazzo e la Sovrintendenza ai BB. CC. e AA. di Messina, l’esposizione mette in mostra reperti rinvenuti all’interno dello stesso maniero: ben 232 antiche monete, bottoni di divise militari, pipe e fischietti in terracotta, medagliette devozionali, pietre focaie ed antichi proiettili, ditali, e, tra l’altro, la riproduzione dell’orribile “gabbia di Milazzo” rinvenuta nel 1928 ed oggi custodita presso il Museo Criminologico di Roma.

Proprio ieri intanto, mentre pare che l’intervento di bonifica dalle zecche non sia stato ancora eseguito (sebbene affidato sin dai primi di luglio alla Radition s.a.s. di Milazzo che percepirà € 1.645,60 iva inclusa), sono stati avvistati all’interno della cittadella fortificata, in prossimità del Monastero delle Benedettine e dell’area archeologica, due cani randagi, potenziali veicoli di ulteriori zecche. Pur rappresentando una presenza simpatica all’interno dell’austero complesso monumentale, anche se non manca chi teme per l’incolumità dei bambini in visita, richiamano alla mente i mille cani presenti nel tempio del Dio Adranos, raffigurati in una moneta mamertina del III sec. a. C. rinvenuta qualche anno fa proprio dirimpetto al Monastero delle Benedettine:  tali cani, sacri per il Dio Adranos,  erano in grado di accogliere i visitatori del tempio, accompagnandoli a casa se ubriachi e sbranandoli se ladri. Guardiani ideali per il nostro Castello.

MASSIMO TRICAMO (oggimilazzo.it, 4 agosto 2012)

martedì 31 luglio 2012

STOP ALLE ZECCHE!

Affidato il servizio di «disinfestazione da presenza di zecche» all’interno del Castello. Ad eseguire l’intervento la ditta Radition s.a.s. di Milazzo che percepirà € 1.645,60, iva inclusa. L’intervento, disposto al fine «di garantire le condizioni igienico-sanitarie volte a tutelare l’incolumità dei visitatori», è scaturito dalla presentazione, il 2 luglio scorso, di un’interrogazione del consigliere Damiano Maisano, a seguito della sfortunata visita di una coppia di sposini, assaliti dalle zecche nel giorno del loro matrimonio mentre erano in posa davanti al fotografo.

SEMPRE PIU' CASTELLO DEI DESIDERI

Ci risiamo. Ancora una volta i turisti sono rimasti fuori dal Castello, già chiuso alle 19,00 di ieri. Ancora una volta l’ennesima dimostrazione che a Milazzo di turistico c’è solo la vocazione. Proprio la settimana scorsa avevamo annunciato con soddisfazione quella che sembrava una buona notizia per il più importante bene culturale cittadino: la dilatazione dell’orario di apertura pomeridiana dalle 15,00 alle 21,00, contrariamente all’orario invernale (15,30-18,30) rimasto in vigore sino al 16 luglio scorso. Ma l’apertura sino alle 21,00, scaturita dalla delibera di Giunta n. 78 del 12 luglio 2012, con la quale è stata adottata un‘integrazione oraria per il personale contrattista ed LSU in servizio al Castello, è durata appena due settimane. Già da ieri, infatti, ha trovato applicazione una disposizione interna del dirigente preposto che, a causa di un problema di natura burocratica (mancata esecutività del provvedimento?), ha intimato ai contrattisti di tornare nuovamente all’orario invernale.Ovviamente nessuna comunicazione è stata data a cittadini e turisti, unici e soli fruitori del maniero, i quali da qualche giorno brancolano nel buio, visto che sono state rimosse le tabelle orarie affisse all’ingresso del maniero.
Evidentemente negli uffici comunali non si ritiene opportuno comunicare le variazioni orarie agli utenti: basta darne comunicazione ai dipendenti, segno evidente che i contenitori culturali di Milazzo, dal Castello a Palazzo D’Amico, sono pensati non per garantire un servizio alla collettività, ma solo ed esclusivamente per offrire posti di lavoro. E così il 27 luglio, nel cuore della stagione estiva, il Castello torna ad essere bistrattato, senza un briciolo di buon senso, come emerge chiaramente dal seguente interrogativo: considerato che i contrattisti possono attualmente prestare servizio soltanto tre ore anziché sei, non sarebbe stato più opportuno tornare alle tre ore lavorative, distribuendole dalle 17,30 alle 20,30 (ore fresche) piuttosto che dalle 15,30 alle 18,30 (ore calde)? Perché non ci si mette ogni tanto nei panni di turisti e visitatori? Come si fa a visitare il Castello sotto il sole cocente delle 15,30? E ancora, tornando alle tabelle orarie: è possibile che un adempimento così banale, ossia un semplice foglio A4 da stampare al computer o scritto addirittura con un modestissimo pennarello, rappresenti per il Comune di Milazzo un ostacolo insormontabile? E’ così difficile affiggere un semplice foglio di carta recante un avviso di questo tenore: «Ci scusiamo per il disagio, ma per problemi tecnici dal prossimo 27 luglio il Castello, nelle ore pomeridiane, resterà aperto soltanto dalle ore X alle ore Y»? Dobbiamo assistere ancora una volta a scene mortificanti come quella di ieri sera, coi turisti disorientati di fronte ad un cancello d’ingresso già sbarrato alle 19,00 e senza alcuna tabella oraria? Concludendo, occorre aggiungere che il ritorno all’orario invernale potrebbe compromettere anche l’apertura domenicale pomeridiana, come già accaduto qualche volta in passato (Massimo Tricamo, oggimilazzo.it, 28 luglio 2012).

lunedì 23 luglio 2012

FINALMENTE GLI ORARI ESTIVI

Finalmente una buona notizia per il Castello di Milazzo. L’Amministrazione comunale ha infatti adottato gli orari estivi. Meglio tardi che mai, visto che luglio volge ormai al termine. La chiusura pomeridiana, sino allo scorso lunedì prevista per le 18,30, è stata infatti dilatata sino alle 21,00, con apertura prevista per le 15,00. Nessuna novità invece per gli orari mattutini: il Castello, che continuerà a rimanere chiuso il lunedì, sarà infatti visitabile, come prima, dalle 9:30 alle 12:30. A determinare le nuove fasce orarie la delibera di Giunta n. 78 dello scorso 12 luglio, con la quale è stata deliberata un‘integrazione oraria per il personale contrattista ed LSU, anche a seguito dei numerosi pensionamenti (ben 34) che si sono verificati nell’ente dal gennaio 2010 ad oggi. 

Pur essendo in vigore dallo scorso martedì, i nuovi orari non sono stati però ancora comunicati all’utenza, coi disagi che ne conseguono. All’ingresso del maniero fanno ancora bella mostra i vecchi orari: cosa si aspetta ad affiggere la tabella coi nuovi orari di apertura? E’ possibile che per un adempimento così banale (un semplice foglio A4 da stampare al pc) sia già trascorsa una settimana? Da parte nostra ci premuriamo a darne comunicazione attraverso questo sito, invitando gli altri organi di stampa, gli operatori turistici ed il sito internet del Comune a fare altrettanto. Ovviamente il 90 per cento del Castello rimane ancora off-limits: la visita è limitata al solo Duomo antico ed alla mostra permanente di reperti allestita dalla Società Milazzese di Storia Patria, anche se ieri sera, come constatato personalmente da chi scrive, è stato consentito l’ingresso all’area di cantiere all’ennesimo gruppo autorizzato dall’Amministrazione. Quando la pianteremo con queste antipatiche discriminazioni? Se l’accesso viene autorizzato solo ai gruppi, soprattutto adesso che in seguito alla delibera di cui sopra si può contare sulla maggiore disponibilità oraria di contrattisti ed LSU, perché non fare come in passato, ossia organizzare visite guidate ogni ora permettendo che si formino naturalmente di fronte al Duomo piccoli capannelli di turisti? Si formerebbe così un gruppo ogni ora, evitando qualsivoglia discriminazione e prescindendo nel contempo da inopportune istanze all’Amministrazione. Pare infine che, dopo lo spiacevole inconveniente occorso giorni fa ad una giovane coppia appena sposata, non sia stato ancora bonificato dalle zecche l’intero complesso fortificato: proprio ieri sera intanto un’altra coppia freschissima di matrimonio accedeva al maniero coi fotografi per immortalare il proprio momento indimenticabile (Massimo Tricamo in oggimilazzo.it - 20 luglio 2012).

domenica 8 luglio 2012

PROPOSTA PER UNA FRUIZIONE IN TEMPI DI DISSESTO



La dichiarazione di dissesto è ormai vicina. E non pochi sono quelli che temono un congelamento della fruizione turistica del Castello a causa della carenza di fondi che impedirebbe in primo luogo il pagamento del personale attualmente in servizio. In tal caso allora è necessario adottare decisioni radicali e coraggiose, prendendo esempio dal passato, dai recenti anni Novanta, quando le visite al più importante bene culturale cittadino venivano assicurate da un solo dipendente, quel Mario Napoli, la cui spigliata, energica ed appassionata presentazione del maniero non ha mancato di farsi apprezzare da migliaia e migliaia di turisti venuti a Milazzo. Tornare al passato, dunque, ma approfittando delle migliorie che in questi ultimi anni sono state apportate all’interno della cittadella fortificata. Come il costosissimo impianto di videosorveglianza, le cui modernissime videocamere a 360° gradi, sino ad oggi mai utilizzate, sono state installate nel corso degli ultimi lavori di manutenzione. Una decina di occhi artificiali che garantirebbe al buon Napoli una vigilanza continua, prescindendo dunque dal ricorso a decine di accompagnatori lungo il percorso di visita, che dovrà necessariamente essere dotato di tabelle turistiche bilingue in grado di offrire al visitatore un’informazione spicciola ma efficace sulle singole realtà architettoniche dislocate entro la città murata, analogamente alla cartellonistica già presente nell’area archeologica dell’antica cittadella, che proprio in questi giorni ha ottenuto il necessario collaudo. E’ altresì necessario che il lavoro delle videocamere venga supportato da una continua e costante registrazione digitale, in modo tale da attivare l’intervento delle forze dell’ordine nel caso in cui dovessero riscontrarsi furti o atti vandalici.

E tornare al passato significa anche istituire nuovamente il biglietto d’accesso al complesso fortificato e soprattutto all’antico Duomo, bene quest’ultimo - conviene non dimenticarlo - di proprietà comunale. Un ticket che avrebbe lo scopo di far fronte ad un essenziale ma efficace servizio di giardinaggio e di pulizia, finanziando nel contempo gli straordinari del dipendente comunale preposto alla custodia del Castello, le opere di disinfestazione, gli eventuali oneri assicurativi, la revisione periodica dei dispositivi antincendio, minuscole manutenzioni e tra l’altro il costo dei pannelli bilingue.
A tal proposito ci piace ricordare che con delibera n. 6 del 21 gennaio 2011 la Giunta comunale, sulla base delle risultanze statistiche degli anni precedenti, aveva determinato l’importo del biglietto d’ingresso al Castello in sette euro per le «visite a biglietto intero» ed euro 3,50 per quelle «a biglietto ridotto». E poiché la stima di coloro i quali avrebbero pagato il biglietto ammontava a 17.000 visitatori annui (7.000 interi e 10.000 ridotti), la Giunta nella suddetta delibera aveva previsto in bilancio un introito di ben 84.000 euro, una cifra più che sufficiente per sostenere le spese di cui sopra.

Il Castello non può e non deve rimanere privo di fruizione, nemmeno in tempi di dissesto. Consentirne liberamente la visita ai turisti, precludendo loro, in attesa di tempi migliori, l’accesso ai singoli fabbricati, che resterebbero chiusi tranne il Duomo antico ed il Monastero delle Benedettine, per il quale sono state già stanziate le somme necessarie per l’allestimento del Museo della Città Murata, è una sfida possibile e doverosa, anche con un solo dipendente (che andrà necessariamente avvicendato con altro nel caso di ferie o malattia). Se poi il dissesto, come sembra emergere dalle ultime dichiarazioni dell’Amministrazione comunale, non precluderà l’opera dei contrattisti e di altri soggetti che sino ad oggi hanno prestato servizio all’interno del Castello, beh, allora, tanto meglio. Saremo in grado la prossima estate di rendere fruibile alla collettività il nostro monumento per antonomasia? L’impresa è ardua, ma non impossibile. E in città non manca chi, come lo scrivente, è disposto ad offrire gratuitamente le proprie energie ed il proprio tempo libero per dare una mano.

lunedì 14 maggio 2012

GIROLAMO FUDULI - SUGGERIMENTI PER LA VALORIZZAZIONE DELLA CITTADELLA FORTIFICATA

Suggerimenti per la valorizzazione del “Castello” di Milazzo

(relazione tenuta il 5 ottobre 2008 da Girolamo Fuduli, segretario della Società Milazzese di Storia Patria, in occasione dell'inaugurazione dell'anno sociale 2008/09 del Lions Club di Milazzo)

Breve analisi storica

Quando si scrive del Castello di Milazzo, in realtà, si fa riferimento ad una “città murata” – di cui rimane qualche labile traccia – racchiusa dentro una duplice cinta muraria  bastionata, e a un imponente Mastio edificato da Federico II intorno ad un nucleo arabo-normanno.

Le vicende storiche di questo sito – che ha ospitato ininterrottamente almeno da 4000 anni insediamenti umani – si intrecciano con la storia siciliana e, talvolta, per la sua importanza strategica, con quella europea. Se ancora oggi sono appena visibili le vestigia arabo-normanne, risultano più evidenti le sveve, le aragonesi, le spagnole e quelle più recenti lasciate da borbonici e da inglesi. Testimonianze più antiche sono invece documentate dal ritrovamento di monete, frammenti ceramici, suppellettili e oggetti di vario tipo risalenti al periodo classico.

Proposte per la sua valorizzazione

Lo straordinario sistema difensivo che punteggia la rocca, nonostante l’ingiuria del tempo e l’incuria dell’uomo, ha conservato immutato tutto il suo fascino e, solo recentemente, è stato restituito parzialmente alla pubblica fruizione. Nei primi anni ’70 si sviluppò un interessante dibattito in relazione al ruolo strategico che tutta l’area della rocca avrebbe potuto avere nell’economia del nostro territorio per il suo sviluppo turistico e, tuttavia, già da allora venivano avanzate proposte criticabili. Rimonta proprio a quel periodo una tesi di laurea in Architettura discussa in un prestigioso ateneo italiano, nel quale era previsto che l’intera area fosse adibita a cittadella turistica edificandovi strutture ricettive e ricreative; e altrettanto singolare appare il contenuto di una lettera indirizzata dalla Pro Loco cittadina alla Soprintendenza, nella quale si consigliava l’abbattimento dell’antico monastero delle Benedettine, in quanto – si sosteneva – che quei ruderi deturpassero la bellezza del luogo. In questo contesto si inserisce la realizzazione, oggi sicuramente non più proponibile, del grande “teatro all’aperto” che ha indubbiamente compromesso l’euritmia delle possenti architetture. Negli anni ’90 il recupero del Duomo antico e il consolidamento di alcuni manufatti innescò un serrato dibattito sulla correttezza filologica dei restauri e sulla congruità delle tecniche adoperate, lasciando un po’ in ombra un tema che invece si sarebbe dovuto fin d’allora sottoporre con maggiore insistenza all’attenzione dell’opinione pubblica e che oggi si presenta in tutta la sua rilevanza, in vista delle notevoli risorse finanziarie impegnate per il completo recupero degli edifici e degli spazi liberi. È ovvio che una corretta utilizzazione del “Castello”  non può prescindere dalla sua lunghissima storia e da quelle che sono le sue straordinarie peculiarità. Infatti, è noto che sul palazzo fortificato di epoca arabo-normanna si inserì e si sviluppò il maschio federiciano; ad esso successivamente si aggiunse la cinta aragonese che testimonia il passaggio dai torrioni rettangolari, finalizzati sostanzialmente ad una difesa verticale adatti a meglio contrastare le nuove tecniche di offesa. Anche in età spagnola Milazzo continuò a svolgere un ruolo strategicamente importantissimo nel sistema difensivo dell’isola tant’è che in questo periodo si costruì una ciclopica cinta muraria bastionata con le caratteristiche più avanzate dell’architettura fortificatoria di quel periodo. Alla progettazione di queste imponenti muraglie furono chiamati nel tempo i più noti architetti militari. Nomi che si conoscono: Riccardo da Lentini, Antonio Ferramolino, Giulio Lasso, Camillo Camilliani, Orazio Del Nobile, Diego Sanchez, Pietro Novelli.

Questo breve excursus è sufficiente a tracciare le linee guida lungo le quali ci si dovrebbe muovere per un’intelligente valorizzazione di questo importante complesso architettonico e, primariamente, bisognerebbe stilare un progetto che ne esalti e ne rimarchi la sua eccezionale peculiarità, ossia quella di rappresentare una testimonianza, ancora compiutamente leggibile, dell’evoluzione del sistema difensivo europeo. A tale scopo, ad esempio, i vari ambienti che si susseguono all’interno del Mastio, una volta restaurati potrebbero essere adibiti a sale espositive in cui evidenziare con immagini cartografiche, iconografiche, fotografiche, con documenti, modelli, diorami e reperti vari, gli epici avvenimenti svoltisi sul nostro territorio, che talvolta si incrociarono con la grande Storia (la vittoria riportata nel 260 a. C. da Caio Duilio con la quale Roma si impose come grande potenza marinara; la battaglia navale del 36 a. C. che sancì la nascita dell’impero romano con la vittoria di Ottaviano su Pompeo; la contesa tra aragonesi e angioini che vide Carlo D’Angiò collocare  nella nostra città il suo quartier generale; il lungo assedio del 1718 da parte dell’esercito spagnolo che invano tentò di riconquistare la nostra Piazza; la battaglia del venti luglio 1860 che spianò a Garibaldi la strada per il continente determinano l’accelerazione del nostro processo unitario.) Infine, la prestigiosa “Sala del Parlamento” potrebbe ospitare un plastico in cui evidenziare tutte le complesse fortificazioni, anche quelle più periferiche, servendosi soprattutto del dettagliato documento cartografico, attualmente conservato nell’Archivio di Stato di Napoli.

In questo contesto sarebbe auspicabile indire un concorso di modellismo a tema, sollecitando la collaborazione delle numerose associazioni che operano nel settore, in quanto ciò rappresenterebbe un originale supporto per una nuova didattica della Storia e potrebbe aprire la strada a un qualificato turismo culturale. Uno degli ambienti del Mastio potrebbe essere dedicato a Stefano Zirilli, esperto di cose militari e tra i più illustri protagonisti del Risorgimento siciliano. È noto, infatti, che durante la rivoluzione del 1848 fondò a Palermo una scuola militare per allievi ufficiali, provvide alla difesa delle coste dell’isola, diede vita e diresse un giornale militare; in seguito, nominato Direttore del Genio, attivò l’armamento della Sicilia, formò due battaglioni stranieri, approvvigionò le Piazze e i Forti sviluppando l’attività di parecchie fabbriche d’armi. La sua biblioteca custodiva preziosissimi trattati militari e rari strumenti di rilevazione, materiale che, almeno in parte, potrebbe essere recuperato ed esposto, rendendo così un doveroso omaggio a questo nostro grande concittadino.

È bene tuttavia sottolineare che l’inserimento del patrimonio architettonico del “Castello” in un circuito museale non preclude la possibilità di battere altre strade per una sua maggiore valorizzazione. È possibile, infatti, tracciare degli itinerari paesaggistici attrezzando dei punti di sosta (quali ad esempio l’area contigua al monastero delle Benedettine, la terrazza della così detta Torre Saracena, quella del bastione di Santa Maria), da cui poter ammirare panorami di ineffabile bellezza; non meno suggestiva appare la prospettiva di poter procedere lungo le gallerie di contromina o di visitare i luoghi più reconditi del bastione di Santa Maria o delle Isole. I percorsi dovrebbero essere ovviamente dotati di moderni sistemi audiovisivi, atti a fornire notizie e informazioni agli studiosi e ai visitatori. Si potrebbe realizzare anche un prestigioso parco letterario traendo spunto sia dalle numerose citazioni del “Castello” contenute nella memorialistica garibaldina o sia dalla descrizione con la quale Federico De Roberto lo ricordò nel romanzo “L’Illusione”.

Va da sé che lo studio e la ricerca dovrebbe essere continuamente stimolata organizzando convegni, seminari e incontri con studiosi, studenti ed esperti al fine di approfondire la conoscenza di questa rara testimonianza di architettura fortificatoria.

martedì 8 maggio 2012

PICCOLI PASSI PER IL MUSEO DELLA CITTA’ MURATA


In attesa di poter finalmente disporre del nostro Castello – chissà quando – un’ottima notizia giunge dalla sezione archeologica della Sovrintendenza di Messina. L’archeologa Gabriella Tigano, direttore dei lavori nel cantiere di scavo che ha riportato alla luce i perimetri murari dell’antico abitato della città murata, ha ottenuto dal dirigente comunale ai LL.PP. arch. Natalia Famà l’approvazione di una perizia di variante con la quale sono state stornate alcune somme del maxi finanziamento di 11 milioni di euro al fine di allestire un piccolo spazio museale in cui valorizzare adeguatamente i numerosi reperti rinvenuti durante gli scavi del biennio 2008/09.

Si tratta dell’idea, caldeggiata per anni dalla Società Milazzese di Storia Patria, d’istituire entro la cittadella fortificata quel Museo della Città Murata che ha già avuto un suo timido e minuscolo nucleo originario nella mostra allestita nel 2005 dal sodalizio milazzese nella Sacrestia del Duomo antico. Una serie di reperti, quelli rinvenuti nel 2009 dalla Sovrintendenza di Messina nell’antico abitato della città murata, che in parte è stata già esposta nell’Antiquarium “Domenico Ryolo” di via Impallomeni un anno fa, nel maggio 2011, quando i visitatori hanno potuto ammirare ceramiche, stoviglie, pipe in terracotta e numerosi altri oggetti di uso quotidiano risalenti perlopiù all’età moderna.

Per la realizzazione dell’allestimento museale è stato previsto un investimento totale di circa 70.000 euro, stornati senza alcun incremento di spesa. Circa 10.000 euro sono stati invece previsti per la redazione di un’elegante pubblicazione scientifica in cui raccogliere ed illustrare le indagini di scavo ed i reperti rinvenuti.

Un plauso va dunque alla dott.ssa Tigano, alla quale Milazzo deve gran parte della recente riscoperta del proprio lontano passato e che anche in questa occasione ha dimostrato di amare profondamente la nostra Città (pubblicato su oggimilazzo.it il 2 maggio 2012).

I CROCIERISTI ED IL CASTELLO DEI DESIDERI

I recentissimi approdi della Costa Voyager nel nostro porto hanno trovato Milazzo, almeno per quel che riguarda il suo importante bene culturale, notevolmente impreparata ad accogliere i turisti, ai quali è stata preclusa ancora una volta la porzione più antica e indubbiamente più suggestiva del Castello. La visita, se così la si può chiamare, si è infatti miseramente fermata all’inestetica recinzione di cantiere che da ormai due anni fa brutta mostra di sé dirimpetto all’antico Duomo, all’interno del quale i turisti han trovato conforto soltanto nella buona volontà del personale comunale e di quello delle cooperative e nella minuscola offerta culturale rappresentata dalla mostra permanente di antichi oggetti di uso quotidiano curata dalla Società Milazzese di Storia Patria (priva però di presentazione e didascalie nelle più diffuse lingue straniere) e da un volantino redatto in lingua francese che illustrava sinteticamente soltanto la modesta area visitabile (entrata e Duomo antico).

Sinceramente, considerando l’imminente inizio della stagione estiva e l’afflusso dei crocieristi già in corso, non si comprende perché l’Amministrazione comunale si ostini a precludere ai visitatori il resto della città murata. Non crediamo che le pastoie burocratiche e le difficoltà riscontrate nel collaudare il Mastio ed il bastione delle Isole bastino da sole a giustificare il divieto di accesso alla porzione più bella della cittadella fortificata.

Recentemente sono state diffuse a mezzo stampa notizie, relative alla futura destinazione che si vorrebbe dare alla stessa cittadella fortificata, che stridono fortemente con la triste realtà in cui versano le casse comunali sempre più vicine al dissesto. Non sarebbe allora il caso di restare coi piedi per terra, affrontando la delicata problematica della fruizione del Castello con progetti ben più modesti e fattibili? Per esempio consentendo ai visitatori la visita parziale del maniero con guida al seguito lungo la stradella che dal Duomo antico conduce sino all’ingresso del Mastio, evitando l’accesso ai locali ancora sprovvisti di collaudo? Così facendo i turisti potrebbero ammirare - senza entrare all’interno dei diversi fabbricati e rimanendo dunque sempre all’aperto - l’area archeologica posta in prossimità del bastione delle Isole, i panorami mozzafiato del Tono e del Capo visibili accanto al Monastero delle Benedettine e soprattutto potrebbero vedere da vicino la cinta e la porta aragonese ed ancora avere un assaggio della corte del Mastio, all’ingresso del quale una serie di transenne impedirebbe l’accesso alle zone in cui ancora mancano i collaudi.

Si tratterebbe certamente di ben poca cosa, ma almeno, dopo tutti i milioni di euro spesi, si consentirebbe ai turisti di ammirare qualcosa in più del solo Duomo antico, evitando peraltro stupide discriminazioni come quella registratasi in occasione del primo arrivo della Voyager, quando un esperto del sindaco - come candidamente riferito da un’associazione cittadina in un comunicato stampa - aveva «guidato una delegazione composta dallo staff della nave, della compagnia crocieristica Taaj e dalla Tour manager attraverso tutta la Cittadella fortificata» (pubblicato su oggimilazzo.it il 28 aprile 2012).