mercoledì 7 novembre 2012

Quel touchscreen pieno di svarioni



Il Duomo antico sconsacrato nel 1869, anziché nel 1860, il Monastero delle Benedettine confuso erroneamente col Palazzo dei Giurati, la galleria di contromina del bastione di S. Maria confusa invece col pian terreno dello stesso bastione, che conterrebbe al suo interno una fonderia ubicata in realtà in tutt’altro ambiente. Sono solo alcuni dei numerosi svarioni, in alcuni casi veri e propri falsi storici, contenuti nella guida del Castello consultabile da qualche giorno in un moderno e costoso schermo tattile (touchscreen) ospitato al primo piano della panoramica Badia benedettina. In verità gli schermi tattili sono due. L’altro è dedicato alle abbondanti e fortunate esplorazioni archeologiche condotte negli ultimi decenni lungo la penisola milazzese. E’ ubicato anch’esso al primo piano del Monastero delle Benedettine, luogo non certo opportuno per ospitare un touchscreen che per la sua funzione di ausilio al visitatore, di introduzione alla visita, meriterebbe piuttosto un luogo più frequentato, posto in prossimità dell’ingresso della cittadella fortificata, nell’aula del Duomo antico, per esempio. Un’ubicazione infelice, quella attuale, anche per l’inaccessibilità del primo piano della Badia, a causa dell’ascensore ancora fuori uso, malgrado un rassicurante cartello affisso la scorsa estate lasciasse presagire una messa in esercizio dell’impianto di sollevamento in tempi rapidi, anche se già siamo a novembre… E l’ascensore off-limits equivale a totale inaccessibilità per i soggetti disabili, cui dunque rimane preclusa (oltre all’assaggio di qualche suino o di un fungo porcino opportunamente inumidito dai prodotti delle vendemmie) la consultazione di questi schermi tattili, in particolare la visita virtuale al Castello, ahinoi piena zeppa di errori. Come la costruzione del rivellino meridionale della cinta spagnola, fatta risalire al 1605, anno in cui venne realizzato invece il contrafforte del bastione di S. Maria. Ma gli svarioni abbondano: come quello che, sulla base di improbabile «documentazione d’archivio», attesterebbe la presenza nel cantiere del Duomo antico dell’ingegnere militare Diego Sanchez. O la notizia in base alla quale l’architetto palermitano Giuseppe Gasdia sarebbe stato impegnato nella costruzione della poderosa cinta spagnola.

Difficile risalire all’autore di questi inediti quanto stravaganti testi, visto che il software del touchscreen non ne riporta misteriosamente la paternità. Eppure da questo touchscreen tanto atteso, peraltro  pagato con tanti bei soldini della collettività, ci si aspettava un’informazione puntuale, scientifica: infatti, stando almeno a quel che si vocifera, pare che i testi siano stati elaborati sotto l’alta sorveglianza della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Messina. E dire che le notizie, quelle attendibili e supportate da fonti archivistiche e bibliografiche serie, non mancavano: diffuse addirittura online già da qualche anno. Sarebbe bastato fare un semplice copia-incolla.
Si auspica quindi una revisione dei testi in tempi brevi, che restituisca autorevolezza e serietà a questa visita virtuale della città murata, preziosissima in un contesto in cui il default comunale rende improbabile il reclutamento di nuove guide all’interno del complesso fortificato. Si auspica inoltre, per le ragioni sopra esposte, il trasferimento dei due schermi tattili in un’area posta all’ingresso del maniero.
(M. Tricamo, Oggimilazzo.it - 7 novembre 2012)