Il Duomo
antico sconsacrato nel 1869, anziché nel 1860, il Monastero delle Benedettine
confuso erroneamente col Palazzo dei Giurati, la galleria di contromina del
bastione di S. Maria confusa invece col pian terreno dello stesso bastione, che
conterrebbe al suo interno una fonderia ubicata in realtà in tutt’altro
ambiente. Sono solo alcuni dei numerosi svarioni, in alcuni casi veri e propri
falsi storici, contenuti nella guida del Castello consultabile da qualche
giorno in un moderno e costoso schermo tattile (touchscreen) ospitato al primo piano della panoramica Badia
benedettina. In verità gli schermi tattili sono due. L’altro è dedicato alle
abbondanti e fortunate esplorazioni archeologiche condotte negli ultimi decenni
lungo la penisola milazzese. E’ ubicato anch’esso al primo piano del Monastero
delle Benedettine, luogo non certo opportuno per ospitare un touchscreen che
per la sua funzione di ausilio al visitatore, di introduzione alla visita,
meriterebbe piuttosto un luogo più frequentato, posto in prossimità
dell’ingresso della cittadella fortificata, nell’aula del Duomo antico, per
esempio. Un’ubicazione infelice, quella attuale, anche per l’inaccessibilità
del primo piano della Badia, a causa dell’ascensore ancora fuori uso, malgrado
un rassicurante cartello affisso la scorsa estate lasciasse presagire una messa
in esercizio dell’impianto di sollevamento in tempi rapidi, anche se già siamo a
novembre… E l’ascensore off-limits equivale a totale inaccessibilità per i
soggetti disabili, cui dunque rimane preclusa (oltre all’assaggio di qualche
suino o di un fungo porcino opportunamente inumidito dai prodotti delle
vendemmie) la consultazione di questi schermi tattili, in particolare la visita
virtuale al Castello, ahinoi piena zeppa di errori. Come la costruzione del
rivellino meridionale della cinta spagnola, fatta risalire al 1605, anno in cui
venne realizzato invece il contrafforte del bastione di S. Maria. Ma gli
svarioni abbondano: come quello che, sulla base di improbabile «documentazione
d’archivio», attesterebbe la presenza nel cantiere del Duomo antico
dell’ingegnere militare Diego Sanchez. O la notizia in base alla quale
l’architetto palermitano Giuseppe Gasdia sarebbe stato impegnato nella
costruzione della poderosa cinta spagnola.
Difficile risalire all’autore di questi inediti quanto stravaganti testi,
visto che il software del touchscreen non ne riporta misteriosamente la
paternità. Eppure da questo touchscreen tanto atteso, peraltro pagato con tanti bei soldini della
collettività, ci si aspettava un’informazione puntuale, scientifica: infatti, stando
almeno a quel che si vocifera, pare che i testi siano stati elaborati sotto
l’alta sorveglianza della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Messina. E dire
che le notizie, quelle attendibili e supportate da fonti archivistiche e
bibliografiche serie, non mancavano: diffuse addirittura online già da qualche
anno. Sarebbe bastato fare un semplice copia-incolla.
Si auspica quindi una revisione dei testi in tempi brevi, che
restituisca autorevolezza e serietà a questa visita virtuale della città
murata, preziosissima in un contesto in cui il default comunale rende improbabile
il reclutamento di nuove guide all’interno del complesso fortificato. Si
auspica inoltre, per le ragioni sopra esposte, il trasferimento dei due schermi
tattili in un’area posta all’ingresso del maniero.
(M. Tricamo, Oggimilazzo.it - 7 novembre 2012)