Ci
risiamo. Ancora una volta i turisti sono rimasti fuori dal Castello,
già chiuso alle 19,00 di ieri. Ancora una volta l’ennesima dimostrazione
che a Milazzo di turistico c’è solo la vocazione. Proprio la settimana
scorsa avevamo annunciato con soddisfazione quella che sembrava una
buona notizia per il più importante bene culturale cittadino: la
dilatazione dell’orario di apertura pomeridiana dalle 15,00 alle 21,00,
contrariamente all’orario invernale (15,30-18,30) rimasto in vigore sino
al 16 luglio scorso. Ma l’apertura sino alle 21,00, scaturita dalla
delibera di Giunta n. 78 del 12 luglio 2012, con la quale è stata
adottata un‘integrazione oraria per il personale contrattista ed LSU in
servizio al Castello, è durata appena due settimane. Già da ieri,
infatti, ha trovato applicazione una disposizione interna del dirigente
preposto che, a causa di un problema di natura burocratica (mancata
esecutività del provvedimento?), ha intimato ai contrattisti di tornare
nuovamente all’orario invernale.Ovviamente
nessuna comunicazione è stata data a cittadini e turisti, unici e soli
fruitori del maniero, i quali da qualche giorno brancolano nel buio,
visto che sono state rimosse le tabelle orarie affisse all’ingresso del
maniero.
Evidentemente
negli uffici comunali non si ritiene opportuno comunicare le variazioni
orarie agli utenti: basta darne comunicazione ai dipendenti, segno
evidente che i contenitori culturali di Milazzo, dal Castello a Palazzo
D’Amico, sono pensati non per garantire un servizio alla collettività,
ma solo ed esclusivamente per offrire posti di lavoro. E così il 27
luglio, nel cuore della stagione estiva, il Castello torna ad essere
bistrattato, senza un briciolo di buon senso, come emerge chiaramente
dal seguente interrogativo: considerato che i contrattisti possono
attualmente prestare servizio soltanto tre ore anziché sei, non sarebbe
stato più opportuno tornare alle tre ore lavorative, distribuendole
dalle 17,30 alle 20,30 (ore fresche) piuttosto che dalle 15,30 alle
18,30 (ore calde)? Perché non ci si mette ogni tanto nei panni di
turisti e visitatori? Come si fa a visitare il Castello sotto il sole
cocente delle 15,30? E ancora, tornando alle tabelle orarie: è possibile
che un adempimento così banale, ossia un semplice foglio A4 da stampare
al computer o scritto addirittura con un modestissimo pennarello,
rappresenti per il Comune di Milazzo un ostacolo insormontabile? E’ così
difficile affiggere un semplice foglio di carta recante un avviso di
questo tenore: «Ci scusiamo per il disagio, ma per problemi tecnici dal
prossimo 27 luglio il Castello, nelle ore pomeridiane, resterà aperto
soltanto dalle ore X alle ore Y»? Dobbiamo assistere ancora una volta a
scene mortificanti come quella di ieri sera, coi turisti disorientati di
fronte ad un cancello d’ingresso già sbarrato alle 19,00 e senza alcuna
tabella oraria? Concludendo, occorre aggiungere che il ritorno
all’orario invernale potrebbe compromettere anche l’apertura domenicale
pomeridiana, come già accaduto qualche volta in passato (Massimo Tricamo, oggimilazzo.it, 28 luglio 2012).
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